sabato, dicembre 15, 2007

Pace e democrazia...

Dalla newsletter di Emergency:
"Diranno che si trattava di feroci talebani, e che la grande operazione iniziata tre giorni fa a Musa Qala in Afganistan era inevitabile. Diranno quanti nemici hanno ucciso e (forse) quanti civili sono rimasti coinvolti "per errore". Oppure non diranno niente, tanto non ci sono testimoni, la'. Degli abitanti di Musa Qala, qualcuno ha raccattato le proprie cose ed e' scappato sulle montagne. Qualcun altro e' sceso qui in citta'. I piu', non avendo dove andare o di che sopravvivere, non si sono mossi. Abdullah, sette anni, e' uno di loro.E' arrivato oggi con suo padre nell'ospedale di Emergency aLashkar-gah. Passeggiava con il fratellino quando e' piovuta una bomba dal cielo. Le schegge hanno maciullato le gambe del fratello: amputate entrambe. Anche Abdullah ha perso una gamba. E chi lo spiega, a lui e alla gente del suo villaggio, che e' per il loro bene? Che vengono massacrati in nome della pace e della democrazia?"

giovedì, dicembre 06, 2007

una settimana da dottore! (in chiappologia)

Ebbene sì, dopo peripezie burocratiche e acrobazie tesistiche di ogni genere, giovedì scorso sono ufficialemente diventata una dottoressa! (risate in sottofondo, le sentite?!?)
Mi sono presentata vestita di viola (a detta di alcuni sembravo in pigiama, ma va beh) con un adorabile cappottino arancione e la copertina della tesi in tinta...sarà per questo che il mio relatore ha deciso di essere assai tirchio con i punti ?!?
Qualunque sia stata la ragione della sua parsimonia, in fondo grazie a lui ho avuto un voto originale e non scontato, che, sono sicura, pochi potranno vantare con i loro nipotini dicendo: "nella vita bisogna sempre cercare di migliorarsi, figliolo, è per questo che io sono fiera di quei 108 centodecimi ottenuti alla mia laurea triennale in scienze delle merendine internazionali nel lontano 2007..."
Fa un certo effetto, eh???
Comunque, bando alle ciance! I progetti per il futuro sono:
  • festeggiare a ciclo continuo almeno fino al sette gennaio (nell'ordine: lauree degli altri chiappologi e conseguente festa, natale, capodanno, befana e compleanno)
  • mettere a rischio la vita di milioni di cittadini milanesi prendendo la patente
  • partire per Miami beach con camicia hawaiana, pinne, fucile ed occhiali per poi scoprire che la famiglia presso cui sarò una credibilissima ragazza alla pari vive nell'unico angolo della florida dove nevica 12 mesi l'anno! yuppeeeeeeee

Insomma...un progetto di vita serio e ben organizzato come potete vedere...alla Benni direi!

ora vado per qualche giorno in montagna per disintossicarmi dall'eccessivo alcool ingurgitato negli ultimi giorni, ma soprattutto dallo smog di questa malatissima città; ci vediamo lunedì.

Baci e abbracci diffusi a tutti

Benni (the doctor!)

sabato, novembre 24, 2007

Maledetto mondo

Grazie a Pino Scaccia che ancora riesce a portare un po' di luce (poca, a dire il vero...ma chiaramente non è colpa sua) su tutto questo.
Maledetto mondo...


dal blog di Pino Scaccia
Nel mondo arabo gli affari si fanno sempre davanti a una tazza di “ciai”, di the. Quando poi sul tavolo compare anche una bandierina, formalisti come sono, non c’è dubbio: è un incontro ufficiale. Dunque, l’incontro a Baghdad fra il generale americano David Petraeus, il vicepresidente iracheno Bahram Saleh e il leader del gruppo “Rinascita dei Cavalieri della Mesopotamia”, Abu al-Abed, documentato da una foto, è per stringere un accordo. Solo che l’uomo che si fa chiamare Abu al-Abed fino a pochi mesi fa (sei, per l’esattezza) era il capo dell’Esercito Islamico dell’Iraq, l’organizzazione terroristica che fra l’altro ha rapito e ucciso Enzo Baldoni.
Trentacinque anni, ex ufficiale di Saddam, nome vero Saad Erebi al Ubaidy, per anni ha combattuto duramente contro le forze statunitensi ma ora ha cambiato casacca, lavora per gli Usa da cui riceve stipendio, armi e appoggio logistico. Gli americani lo sanno bene cosa hanno fatto lui e la sua organizzazione trasferitasi in massa nel nuovo gruppo (il generale Petraeus è il comandante supremo delle forze Usa in Iraq) ma hanno chiuso un occhio su tutto, compresa la pressante richiesta italiana di restituire la salma di Baldoni. Lo rivela il quotidiano arab oal Hayat edito a Londra che ha intervistato l’ex capo terrorista. “L’accordo è nato sei mesi fa – rivela il cosiddetto Abu al Abed -, un vero e proprio contratto di tre mesi in tre mesi, rinnovabile. Io garantisco la sicurezza nei quartieri sanniti contro il nemico comune che ora è al Qaeda. Ho 900 uomini, 600 provenienti dall’Esercito Islamico, gli altri sono poliziotti di origine sunnita. Gli americani ci passano lo stipendio (ogni uomo prende 360 dollari al mese), oltre ad armi moderne e basi. Talvolta ci appoggiano anche militarmente, insomma combattiamo insieme. Il passato da nemici? Cancellato”. Troppo facile. Ma agli americani, gli unici che potrebbero chiederglielo (ormai da alleati addirittura) già distintisi in inchieste chiuse in fretta su autentiche nefandezze mascherate da guerra al terrorismo, poco importa evidentemente di una povera famiglia che aspetta almeno un corpo su cui piangere.

yaaaawwwwn!

la mia tesi è noiosa, ma così noiosa che ieri una casa farmaceutica che produce sonniferi mi ha offerto un sacco di soldi per brevettarla...cosa faccio, accetto?
per fortuna che è praticamente finita...
baci e abbracci diffusi

lunedì, novembre 12, 2007

Benni, Benni, Benni sosteneva tesi e illusioni...

Ieri sera ho visto la prima parte della fiction di raiuno su Rino Gaetano che, oltre ad aver scritto delle gran belle canzoni, è anche un mio conterrone, ma questi sono dettagli!
La cosa che mi ha colpito senza dubbio di più (e che gli autori hanno sottolineato molto) era il continuo tentativo da parte degli altri di inquadrare la sua musica, le sue parole e i suoi comportamenti in uno schema prefissato, in un modello preconfezionato: "ma tu da che parte stai?" era la domanda più ricorrente con la quale lo tartassavano. Sei un cantautore impegnato o leggero, sei un compagno o un fascista...e così via; e Rino, o quantomeno la sua trasposizione televisiva, in queste barriere rigide non riusciva ad inserirsi, non riusciva a costruire un'immagine di sè capace di rispecchiarsi in quelle costruite per lui dagli altri...e ne soffriva.
Mi è venuto spontaneo fare un paragone fra questa rappresentazione della realtà dell'epoca e la realtà "reale" in cui viviamo noi adesso; se da un lato è vero che oggi, senz'altro più di allora e anche grazie a ciò che è successo allora, viviamo in un'epoca che ha raggiunto l'apice del relativismo culturale, del pluralismo delle idee, dei valori, delle informazione ecc. è anche vero, che, almeno dal mio umile punto di vista di ventenne nata e cresciuta a Milano, oggi come allora siamo sottoposti alle continue pressioni di chi ci chiede o ci impone di prendere posizione.
Destra o sinistra, centro o periferia, scuola pubblica o scuola privata, ricco o povero, cattolico o no, filo-americano o anti-americano,fighetto o alternativo, etero-sessuale o omo-sessuale, teatro classico o teatro sperimentale, filo-israeliano o filo-palestinese, cinema o televisione, macchina o bicicletta, corso como o centro sociale...ecc. ecc.
Ogni giorno giudichiamo e veniamo giudicati non tanto per ciò che siamo, ma per come sappiamo inserirci nella società, per la casellina che decidiamo di riempire. Io stessa quando sono arrivata a lille e ho conosciuto molte persone nuove, mi sono resa conto del fatto che avevo sempre bisogno di dei punti di riferimento per capire dove "collocare" il soggetto che avevo davanti rispetto ai modelli ben preconfezionati nel mio cervello...eppure fino ad allora avevo sempre creduto di essere una persona aperta e senza troppi pre-giudizi soprattutto perchè avevo sempre odiato essere giudicata e "catalogata" dagli altri attraverso schemi prefissati; evidentemente, però, neanch'io ero poi così indenne a questo tipo di generalizzazioni.
Tutto ciò per dire che forse si dovrebbe provare ad essere un po' più aperti e curiosi verso le idee e i comportamenti altrui e a rispettare una gamma di reazioni, atteggiamenti e modi di vedere le cose un po' più vasta di quella che che ci prefiguriamo di solito, anche perchè, come ho sentito dire ieri al mitico, insuperabile e meraviglioso Ian mcEwan "la mancanza di immaginazione è la violenza peggiore" perchè provoca l'intolleranza.
Baci e abbracci diffusi,
Benni "la maestrina-rotellina"

sabato, novembre 10, 2007

questa terra senza misura che confonde il diritto con il favore...

Francesco De Gregori
Adelante! Adelante! (1992...)

Passa correndo lungo la statale
un autotreno carico di sale.
Adelante! Adelante!
C'è un uomo al volante,
ha due occhi che sembra un diavolo!
Adelante! Adelante!
È in arrivo, è distante,
alla fine di questo tavolo.

Di questo cavolo di pianura,
di questa terra senza misura,
che già confonde la notte e il giorno,
e la partenza con il ritorno,
e la ricchezza con il rumore,
ed il diritto con il favore,
e l'innocente col criminale,
ed il diritto col carnevale.

Passa correndo lungo la statale
un autotreno carico di sale.
Da Torino a Palermo,
dal cielo all'inferno,
dall'Olimpico al Quirinale.
Da Torino a Palermo,
dal futuro al moderno,
dalle fabbriche alle lampare.

In questa terra senza più fiumi,
in questa terra con molti fumi
Tra questa gente senza più cuore,
e questi soldi che non hanno odore,
e queste strade senza più legge,
e queste stalle senza più gregge,
senza più padri da ricordare,
e senza figli da rispettare.

Passa correndo lungo la statale
un autotreno carico di sale.
Adelante! Adelante!
C'è un uomo al volante,
c'è un ombra sulla pianura.
Adelante! Adelante!
Il destino è distante,
alla fine dell'avventura.

Che si nasconde in un polverone,
nell'orizzonte di un acquazzone,
e nei vapori della benzina,
diventa musica nella mattina,
e meraviglie sudamericane,
e companatico senza pane,
arcobaleno sotto le scale,
e paradiso nel temporale.

Passa correndo lungo la statale
un autotreno carico di sale...

Ma quest'uomo quante ne sa???

lunedì, ottobre 29, 2007

l'oggetto del desiderio!

Non era proprio questo e non si chiamava "princess", ma il mio amato zaino con le rotelle non differiva molto da quello della foto!
E, dopo il grande successo ottenuto grazie a uno dei miei ultimi post (dove la discussione oltretutto continua) non potevo che tributargli questo piccolo onore e ringraziarlo per tutti gli splendidi (anche meno splendidi...diciamolo!) momenti che mi ha regalato durante i ruggenti anni delle medie!

Ti voglio bene, zaino con le rotelle, e non ti rinnegherò mai!!!
sì, lo so, sono scema, lo so, lo so! Ma non potevo non farlo...
Baci e abbracci diffusi,
Benni

venerdì, ottobre 26, 2007

serre-moi!

Li amo da morire!
questa canzone e la pioggia battente mi riportano indietro di qualche mese...

Meglio non pensarci, dai. Godetevi la canzone però!

vi "serro" tutti in un grande abbraccio
Benni



mercoledì, ottobre 24, 2007

martedì, ottobre 16, 2007

piccola, povera Benni...

Quando ero piccola pensavo sempre di essere la più povera del gruppo...
Per carità, ciò non mi ha mai provocato particolari complessi, ma ho sempre creduto che, il fatto che gli altri all'uscita di scuola potessero avere 10 pacchetti di figurine, mentre io a malapena ne ricevevo uno; il fatto che loro avessero centinaia di barbie, ken, cagnolini-rosa di barbie, camper multi-mega-accessoriati di barbie, scarpette da golf, da tennis e da calcio per barbie, vestitini da beach-volley, da prima-della-scala o da servizio milatare per barbie, quando io, invece, dovevo accontentarmi di quei poveri corpicini di plastica (spesso indegnamente nudi) coi capelli crespi o rasati a zero già passati dalle mani impietose della mia dolce sorella; il fatto che loro potessero cambiare i loro coloratissimi zaini ogni anno, mentre io ero costretta a girare sempre con quello che allora mi sembrava l'oggetto più "NERD" al mondo (lo zaino con le rotelle)...insomma tutte queste cose mi apparivano come la netta, inequivocabile, inappellabile dimostrazione della povertà della mia famiglia.
Verso gli 11/12anni , auto-censuravo addirittura le mie richieste convinta che il tamagotchi, le scarpe da tennis ultimo modello con le bolle depressurizzate per saltare più in alto che mai, il computer, la colonna sonora originale di Titanic ecc. non sarebbero mai state alla nostra portata.
Certo, qualcosa non tornava: mia sorella frequentava un'università privata, viaggiavamo spesso, visitavamo dei bei posti (ma mai quei paradisi esotici-caldi-tutto-l'anno millantati dai miei amici...) e, in fondo, non ci mancava niente, ma io ero sempre convinta di essere la più povera.
Solo oggi, dopo una lunga, lenta e traumatica presa di coscienza, capisco davvero che quello dei miei genitori era un modo di educarmi; un tentativo di tenermi lontana e protetta dal pericoloso consumismo che ormai ti "rapisce" sin da bambino, inducendoti ad avere sempre più bisogni forzati, inutili; la mia famiglia ha cercato di trasmettermi dei valori, oserei dire una gerarchia di valori, che io ho senza dubbio fatto mia, in cui i beni materiali hanno sempre avuto poca importanza.
Oggi, che a ventun anni mi vedo circondata da una Milano supeficiale; dove l'importante è vestire di firma (vera o falsa che sia); dove gli argomenti più gettonati sono gli sconti dell'esselunga o la gentilezza delle commesse da Louis Vuitton; dove se a 18 anni non ti comprano la macchina sei un loser; dove se non spendi almeno 8 euro di cocktail "allora come fai a divertirti?", dove il sabato mattina alle 10 la vigevanese di riempie di acquirenti del w-end e dove la domenica tutti i supermercati sono aperti...beh, io ai miei genitori dico un grazie grosso come una casa!
Per tutti i no alle pretese inutili che a me sembravano indispensabili per uniformarmi ai miei amichetti; per aver investito così tanto (da tutti i punti di vista) nella mia "educazione teatrale", nei nostri viaggi, nella nostra "cultura gastronomica"; per avermi trasmesso una passione civica e politica notevole; per avere comprato il video-registratore quando ormai era troppo tardi per rincoglionirmi 7 giorni su 7 davanti ai film della disney e per tante altre cose.
Baci e abbracci diffusi
Benni

lunedì, ottobre 08, 2007

Dopo la fine degli esami (e già qui mi merito un applauso!)...

...tre giorni intensi, pieni, stimolanti e rilassanti; tre giorni all'insegna dell'ascolto e della riflessione, ma anche del divertimento!
Sto parlando di questo weekend trascorso a Ferrara insieme ad una piccola truppa di scienziati politici in occasione del "meeting" organizzato da Internazionale che è riuscito a portare in questo gioiello di città (patrimonio dell'Unesco) migliaia di persone assetate di informazioni e contro-informazioni, di stimoli e di dialoghi.
ìEh già, perchè eravamo sempre tanti ad aspettare ore in fila davanti a quel benedetto cinema Apollo per un incontro con giornalisti come David Rieff sulla guerra al terrorismo degli USA, per la proiezione di un film delizioso e amaro come Persepolis, per un confronto fra Arundhaty Roy e altri grandi scrittori e giornalisti provenienti dai più svariati luoghi del pianeta sulle contaminazioni fra giornalismo e letteratura non-fiction di impegno "civile"; eravamo in tanti a seguire in religioso silenzio i racconti di Amira Hass sulla tragedia dei territori palestinesi occupati dai coloni israeliani; eravamo in tanti soprattutto a girare per la città con lo sguardo un po' trasognato e stupito, a incrociarci e sorriderci a vicenda, a chiederci consigli su dove mangiare la sera o sull'orario migliore per non trovare troppa fila ad una conferenza. E' bello vedere così tanta curiosità, è bello rendersi conto di quante persone, in fondo, condividano i tuoi stessi interessi, le tue stesse preoccupazioni, malgrado i percorsi senz'altro diversi da cui provengono.
E, nonostante mi sorga sempre il dubbio e la paura che eventi come questi rischino di diventare un mero "esercizio intellettuale" per finti intellettualoidi che si sentono appagati dalle conoscenze acquisite e dalle conferme ricevute; o per candidi giovani occidentali convinti di poter cambiare le cose attraverso le loro altrettanto candide e manichee visioni del mondo; o ancora possano rappresentare un rifugio per disfattisti cronici che si crogiolano nelle brutte notizie che qui possono ascoltare, ciò che mi resta di questo weekend è comunque una sensazione di positività e voglia di fare, di continuare a informarmi, ad ascoltare, a studiare, a lottare, a scrivere...

Oggi Jerome mi ha spiazzato, facendomi scontrare con una scelta implicita, forse non ancora definitiva e certamente non ancora metabolizzata che cerco di rimuovere costantemente dal mio cervello. Mi fa paura confrontarmi con certe cose e spesso mi illudo di poterle accantonare e seppellire sotto una montagna di altre piccole scelte quotidiane...ma è chiaro che non è così. Volevo solo ringraziare chi mi ha aiutato a ricordarlo.
Da qualche giorno a questa parte è ufficialmente iniziata la mia vita da laureanda: devo cominciare una tesi un po' bizzarra e anche muovermi per portarla a termine! Ma soprattutto devo decidere cosa fare del mio futuro: sono ben accette TUTTE le proposte, anche le più stravaganti.
La migliore vincerà un ambitissimo premio...
datevi da fare!
Baci e abbracci diffusi
Benni

giovedì, settembre 27, 2007

sull'onda dell'emozione

Ci sono storie che si raccontano molto meglio con un'immagine che attraverso mille parole.

Quella dei monaci birmani è una rivolta che commuove, certo, ma fa anche riflettere.
La comunità internazionale è costretta a confrontarsi con una protesta che attraverso poche foto, pochi video sfocati ha assunto subito un valore universale; molti sostengono che il merito sia dei nuovi mezzi di comunicazione che permettono di trasmettere a tutto il mondo in tempo reale le notizie su quanto sta accadendo.
Io dico che, nonostante internet e i media abbiano sicuramente avuto un ruolo importante in questa vicenda, la forza universale di questo movimento stia in realtà nel messaggio che esso porta: un messaggio di ribellione, certo, di lotta spasmodica per la libertà, ma di una lotta assolutamente pacifica, che fa affidamento solo sulla forza del numero, dell'unità, della contrapposizione fiera e decisa ad un regime che opprime la popolazione da 45 anni.
Nessuno potrà chiudere gli occhi di fronte a queste "colombe";
nessuno potrà accusarle di difendere i loro diritti con gli stessi mezzi di oppressione usati dal regime;
nessuno potrà mettere in dubbio la loro "onestà" intellettuale;
nessuno potrà parlare di guerra civile;
e, anche se l'intervento delle Nazioni Unite sarà sicuramente bloccato dai veti incrociati delle grandi potenze, nessuno, al loro interno, potrà mai fare finta che tutto questo non sia successo.

Lo so, probabilmente la repressione avverrà (a dire il vero è già cominciata), in molti moriranno ingiustamente, il regime trionferà ancora una volta, ma questi monaci avranno dimostrato al mondo la forza e il vigore morale di un messaggio alimentato solo dalla Non Violenza e dalla Resistenza Pacifica.

Una volta la storia ha dato ragione a chi ha creduto alla forza di questi paradigmi universali...chissà che non succeda ancora.

Baci e abbracci diffusi,
Benni

mercoledì, agosto 15, 2007

ferie d'agosto

ehm...se qualcuno non l'avesse ancora capito sono vergognosamente in vacanza; per la precisione sono seduta su una panchina in mezzo alla strada, di fianco ad un bidone per la raccolta differenziata e ad un mega albergo di superlusso da cui scrocco impunemente la rete wireless non protetta! aitanti corridori abbronzati mi passano di fianco guardandomi stupiti ed incuriositi, le cicale cantano e il vento soffia gentile inondandomi coi soavi profumi del cassonetto succitato...in ogni caso, un contesto particolare e magico!

il cervello è ancora attaccato, ci sono gli esami da preparare, un futuro da pensare e da costruire, una realtà complessa che non può essere lasciata sotto la sedia a sdraio...comunque non preoccupatevi: il tempo di rilassarmi con cene pantagrueliche, lunghe dormite sotto il sole, nuotate, passeggiate e aperitivi sulla spiaggia ogni tanto lo trovo...eheheh!
ora vi saluto, perchè la betteria del mio "hordi" di sta esaurendo.
Spero di tornare presto a scrivere con più frequenza...
intanto buon ferragosto e buone vacanze a tutti!
baci e abbracci diffusi
Benni


domenica, luglio 08, 2007

retour

La domenica si andava tutti al mercato di Wazemmes, il chiassoso, colorato, scalcagnato mercato di Wazemmes...

Sono a Milano da due settimane, ma mi sembra trascorso molto più tempo: mi sono completamente ri-immersa nella vita meneghina sin dal primo giorno.
In biblioteca all'uni, nelle pause qualche discussione animata su acido politico, i miei genitori, le vecchie amiche di sempre che vogliono ogni dettaglio sulla mia vita sentimentale degli ultimi mesi, il traffico, l'aria che puzza, la mia bici, il mio giardino, il mio letto da principessa sul pisello, la gente curata sempre e comunque, nel bene e nel male, nell'elegante e nel volgare, le griffes dovunque, la spocchia e l'intolleranza dei milanesi, la pizza, il caffè buono...insomma, tutto è lì, dove l'avevo lasciato.

Tutti mi chiedono se tornare alla vita reale sia difficile, come se per sei mesi avessi vissuto in un mondo parallelo o ancor peggio in un sogno. il problema sta proprio qui: non era un sogno, ma solo una dei mille milioni di volti che poteva assumere la mia vita da gennaio a giugno 2007. Un volto stupendo direi, ricco di emozioni, di risate e di scoperte; luminoso e solare come sono io e come lo volevo. Un volto al cento per cento REALE.

Ora che è finito tutto, mi restano tante cose, ma non ancora la nostalgia impietosa che ti fa rimpiangere ogni attimo vissuto lì, che ti fa vedere le cose con quell'effetto sfumato seppia (anche un po' kitch direi, tipo fotografo da matrimonio tamarro) e ti fa venire il magone ogni venti secondi. Sono tranquilla, amo i miei amici e la mia famiglia, mi diverto, rido, mi appassiono, discuto e studio come sempre. Certo, Milano proprio non la digerisco neanche con l'alcaselzer (si scrive così?!?) e ne noto i difetti all'ennesima potenza, ma d'altro canto io qui non mi sono mai sentita veramente a casa, neanche a 7/8 anni e in più il mio obiettivo non è restare...quindi, no problem.

Adesso c'è da costruire un futuro i cui controni sono davvero sfocati, non so perchè mi viene in mente quel quadro di Dalì con tutti gli orologi sciolti tipo camembert...chissà che significato nascosto stanno scavando nel mio cervello...meglio non chiederselo probabilmente.

De toute façon, Lille est desormais une partie de moi; les visages, les rues, cette langue magnifique, ma maison et mes colocs trop fous, 16 Rue lepelletier, le gay-pride, la musique française, les photos, les fetes, wazemmes, les rues pietonnes, l'IEP, les allemands qui dansent...tout et n'importe quoi, vraiment. J'oublierai jamais ce que j'ai vecu là bas, je reviendrai à Lille où l'imaginaire se rencontre vraiment avec la realité.

Bisous et calins diffusés à tout le monde!
Benni

martedì, giugno 19, 2007

pochi ed efficaci versi...come sempre

RENOIR

Gli aerei stanno al cielo,
come le navi al mare
come il sole all'orizzonte la sera,
come è vero che non voglio tornare
a una stanza vuota e tranquilla
dove aspetto un amore lontano
e mi pettino i pensieri
col bicchiere nella mano

Chi di voi l'ha vista partire,
dica pure che stracciona era
quanto vento aveva nei capelli,
se rideva o se piangeva
la mattina che prese il treno,
era seduta accanto al finestrino
vide passare l'Italia ai suoi piedi,
giocando a carte col suo destino

Ora i tempi si sa che cambiano,
passano e tornano tristezza e amore
da qualche parte c'è una stanza più calda
sicuramente esiste un uomo migliore
io nel frattempo ho scritto altre canzoni,
di lei parlano raramente
ma non vero che io l'abbia perduta,
dimenticata come dice la gente.
Francesco De Gregori

giovedì, giugno 14, 2007

che fare?

leggo basita le notizie sulla guerra civile palestinese;
guardo un documentario sulla nuova influenza economica che la Cina ha guadagnato in Africa e che l'ha spinta, per esempio, a rifiutare e impedire a lungo l'intervento dell'ONU in Darfur;
rifletto su un film, Blood diamond, sicuramente un po' troppo "americano", ma in ogni caso utile per mettere sotto gli occhi delle masse una tragedia enorme;

mi incazzo, mi commuovo, mi indigno, ne parlo, ne prendo coscienza...e poi?

poi vado a bermi una birra con un' amica, magari guardo un altro film, studio un po', compro dei prodotti che alimentano certamente il sistema perverso che mi ha permesso di vivere circondata dalla bambagia a partire dalla mia più tenera età, mi faccio due risate o due spaghetti, prenoto un biglietto del treno, penso al mio futuro, ritorno sul mio ombelico.

mi dico che non può essere altrimenti, ma ne marche pas comme ça...

martedì, giugno 05, 2007

n'importe quoi...


sto prenotando il biglietto di ritorno; ascolto gli arpeggi del caro Jerome (un po' più malinconici no, eh???) e mi si materializzano davanti tante immagini...

circa un anno fa ricevevo le prime mail indirizzate a tutti gli erasmus e non riuscivo neanche a intravedere minimamente tutto quello che sarebbe successo poco più tardi. Ora invece ho tanti visi stampati in testa, tante voci, tante vie, tanti luoghi a cui mi sono abituata, tante umanità differenti, tanti odori, una marea di momenti, di incanti. Ho una stanza che non posso immaginare riempita dai respiri e dai panni stesi di qualcun altro; ho un collage di emozioni che non posso raccontare. Ho una coscienza di me diversa da quella che avevo prima di venire qui. Non credo di essere cambiata io, ma un po' del mio sguardo su me stessa...

Fra una ventina di giorni mi riadatterò come sempre e come sempre credo saprò godere delle persone e delle cose belle che senza dubbio ritroverò; fra venti giorni un altro piccolo capitolo sarà dietro le mie spalle e potrò solo guardarlo attraverso la lente un po' sfocata del ricordo...mannaggia.

Ieri ho visto un film molto bello,
Le gout des autres. Forse è stato proprio questo a farmi riflettere sul fatto che in questi 21 anni milanesi, anche nei momenti pià belli in assoluto (e devo dire che ce ne sono stati tanti) mi sono sempre sentita con un piede un po' fuori; è difficile da spiegare, ma, neanche con le persone a me più care e più vicine, ho avuto mai la sensazione di essere veramente al cento per cento dentro la mia esistenza; c'é sempre stata una, piccolissima o grande a seconda dei periodi, parte di me che ha seguito una strada autonoma, indipendente, incontrollabile. Qui certe sensazioni non fai neanche in tempo a percepirle, quindi non cadrò in un paragone che sarebbe certamente sterile; ma sono quasi certa ormai che sia il caso di seguire questa voce anarco-insurrezionalista che mi dice di rischiare e di non fermarmi...le indicazioni non sono ancora chiare, ma io ho sempre saputo aspettare molto bene e credo ci riuscirò anche questa volta.

rileggendo risulto un po' criptica anche a me stessa...ma chi se ne importa?

Baci e abbracci diffusi
Benni

p.s. quello della foto è il mio ex-coinquilino...maliziosi!


martedì, maggio 22, 2007

si fa quel che si può...(???)

...una crede che certi personaggi esistano solo nei telefilm tipo dawson's creek e beverly hills ma poi se li ritrova di fronte nella vita reale e resta allibita, sconvolta...

Va beh...in ogni caso qui procede tutto abbastanza bene: sembra febbraio, il sole non si fa vedere quasi mai e questo rende i primi addii e le prime prese di coscienza dell'"inizio della fine" ancora più malinconici.

La Francia sembra distrarsi dal risultato elettorale e dalle imminenti elezioni legislative con il festival di cannes...in fondo non è una cattiva idea: meglio il bel Jude Law e la mitica Norah Jones del disgustoso ghigno malefico di Nicolas.

A proposito di cinema, in questi giorni ho visto due film abbastanza scioccanti: "we feed the world" (consigliato anche dalla Raffa-sorella sul suo blog) e "l'incubo di Darwin" (che mi ha passato il mio nuovo, adorabile e bellissimo coinquilino e che però non so se esista in italia e in italiano).
In ogni caso, entrambi concentrano la loro attenzione sulla perversione di un modello capitalistico folle che provoca sprechi enormi, ingiustizie sociali, carestie, disastri ambientali, e chi più ne ha più ne metta.

In particolare "le cauchemar de Darwin" mette in luce la incredibile e mastodontica contraddizione di una zona e di un paese (il Lago Vittoria e la Tanzania) dove si produce un quantitativo enorme e infinito di pesce (il Persico del Nilo, specie impiantata negli anni '60 che in questi decenni ne ha fatte scomparire altre 92, ma queste sono solo piccoli effetti collaterali su cui si fissano quei rompipalle degli ambientalisti in fondo...) destinato all'esportazione, ma dove i bambini muoiono di fame e sniffano colla per sopportare la notte in strada in preda a violenze o anche solo in preda agli insetti.
Di un'area dove l'UE (ehehe, non gli USA, ma quell'Unione Europea che ci illudiamo essere guidata da principi diversi e "etici") ha spinto e continua a spingere per la creazione di questo enorme polo industriale di altissimo livello che crea centinaia di posti di lavoro, ma le donne sono costrette a prostituirsi con i disgustosi piloti russi che arrivano qui ogni giorno.
Dove gli enormi aerei cargo destinati al trasporto di tonnellate e tonnellate di pesce sembrano arrivare vuoti, ma nascondono spesso nei loro grandi ventri carichi illegali di armi destinati ai conflitti di paesi più o meno vicini (vedi Angola e Congo).

Uno scenario inquietante che ci fa rendere conto di quanto ogni volta che andiamo al supermercato alimentiamo e ci rendiamo corresponsabili delle peggiori nefandezze; di quanto sia marcio un sistema in cui anche volendo è IMPOSSIBILE condurre un'esistenza "giusta", che non provochi il male di nessuno. Tutte le nostre conquiste le abbiamo fatte e continuiamo a farle sulle spalle degli altri, nonostante la retorica di cui si riempiono la bocca politicanti, industriali, ma anche cooperanti e istituzioni "umanitarie".

il senso di colpa e di inutilità giustamente bussano alla porta...
Baci e abbracci diffusi
p.s: NON COMPRATE MAI PIù PERSICO DEL NILO ALMENO, PER FAVORE.

Benni

domenica, maggio 13, 2007

Family che???

al posto di dire con astio e sicuramente in modo troppo superficiale e "passionale" quello che penso del Family Day e del paese cui appartengo, sottoscrivo pienamente le parole del grande Eugenio Scalfari.

I cammelli al galoppo
nella cruna dell'ago

di EUGENIO SCALFARI


IL FAMILISMO è la base della società italiana, così ha scritto ieri su questo giornale Francesco Merlo e tutti concordiamo con lui. Lo è nel bene e nel male. Tutti siamo figli di mamma - si dice e si sa - e di mamma ce n'è una sola; a lei si ricorre anche nell'età adulta per ritrovare serenità, conforto, ristoro ed anche, con l'avanzare degli anni, per proteggerla e accompagnarla affinché non si senta sola in vista dell'ultimo appuntamento.

Familismo non è necessariamente sinonimo di famiglia. Il primo è un modo d'essere e di sentire, la seconda è un'istituzione convalidata da un contratto che per i cattolici realizza anche un sacramento. Spesso però quei due termini coincidono ibridandosi reciprocamente. Quando questa compenetrazione avviene la micro-istituzione familiare si chiude a riccio, esclude e non include, rischiando di diventare omertosa e di far prevalere la difesa dei propri confini sulla solidarietà civica e perfino sull'amore del prossimo.

Le società profondamente cristiane - se ancora ce ne sono - conoscono questo contrasto che ha le sue radici addirittura nella predicazione di Gesù di Nazareth. Dopo aver incitato i discepoli e il popolo che lo seguiva all'amore e alla carità, egli aggiunse: "Voi credete che io sia venuto a portare la pace ma io ho portato la spada. Io metterò il padre contro il figlio, la figlia contro la madre, il fratello contro il fratello. Chi verrà con me abbandonerà la famiglia. La mia famiglia non sono mio padre e mia madre ma siete voi che credete in me".

È un passo dei Vangeli molto controverso che ha una sola interpretazione possibile: Gesù pone se stesso come simbolo di carità e amor del prossimo e vede i legami familiari e l'egoismo di gruppo che li può intridere come una barriera da abbattere se il cristiano vuole aprirsi al comandamento dell'amore del prossimo. In questa visione la famiglia, luogo di amore, non può che essere aperta e inclusiva. Se non lo è il Maestro esorta i suoi seguaci ad abbattere il muro che la protegge e ad aprire le braccia e il cuore al Dio della misericordia, della tenerezza, del bene.

Noi laici, ma non ghibellini, vorremmo che questa fosse la visione della famiglia che ha radunato ieri, in piazza San Giovanni, una gran folla di persone per iniziativa di molte associazioni cattoliche, dei preti e dei Vescovi italiani. I promotori di quel raduno hanno sostenuto che proprio questa è stata la sua motivazione. E poiché l'istituzione familiare vive nel nostro tempo e deve sopperire ai bisogni e alle sfide quotidiane, gli obiettivi concreti della manifestazione sono stati anche quelli di premere sul governo affinché delinei una politica di sostegno economico alle famiglie per renderle più sicure del loro futuro e indurle anche per questa via a crescere e a moltiplicarsi.

Ebbene, spiace dirlo ma le cose ieri pomeriggio non sono andate così. Né era possibile - ammettetelo - che quella moltitudine non fosse strumentalizzata. Basta aver visto con quale entusiasmo sono stati accolti prima Fini e poi Berlusconi. Basta aver ascoltato le parole pronunciate da quest'ultimo un minuto prima di fare la sua comparsa e incassare l'ovazione che gli è stata tributata dalla piazza di San Giovanni.

"Io sono qui" ha detto "per testimoniare che i veri cattolici non possono stare a sinistra; non possono stare con i comunisti che hanno ridotto la Chiesa al silenzio e ancora vorrebbero ridurre la religione a un fatto privato. Io sono qui per far sì che la Chiesa possa liberamente parlare e affermare la propria verità e i propri valori che sono anche i nostri".

E così è stato servito il buon Pezzotta, organizzatore ufficiale del raduno, affannatosi per settimane a rassicurare che nessun colore politico avrebbe prevalso in quella piazza e in quella moltitudine, che cattolici e non cattolici avrebbero potuto e dovuto affratellarsi in nome della famiglia, dei suoi diritti e dei suoi doveri.
Se Pezzotta - come ci ostiniamo a sperare per lui - è un uomo di buona fede, dovrebbe aver passato una pessima nottata nel constatare che i suoi sforzi sono stati ridicolizzati dalla realtà. Oppure - se si rallegrerà per quanto è accaduto - dovremo concludere che ha tentato di prendere in giro gli italiani che la pensano diversamente dalle piazzate berlusconiane.

Che Pezzotta sia un ingenuo si può anche concedere, ma sono altrettanto ingenui i vescovi della Conferenza episcopale? E il papa che anche dal Brasile ha seguito con attenta intenzione la manifestazione romana? (Apprendo ora dal telegiornale che Pezzotta con aria felice ha detto: "Il papa sarà contento di questa giornata". Tanto ingenuo dunque non è).

In realtà il Vaticano e le diocesi italiane stanno assordando da anni gli italiani con lo sventolio dei loro interessi e dei valori usati per ricoprirli. Hanno trasformato la Chiesa italiana nella più potente delle "lobby". Hanno voluto il raduno di Roma per mettere in scena una prova di forza politica e muscolare. Hanno attinto a piene mani ai fondi provenienti dall'8 per mille versato nelle loro casse dallo Stato italiano. Stanno risuscitando il clericalismo e l'anticlericalismo. Sono entrati a gamba tesa nell'agone politico a dispetto della lettera e dello spirito del Concordato.

Questo è accaduto ieri. Non vorremmo usare parole gravi ma la giornata di ieri ha indebolito la democrazia italiana. Non perché tanta gente si sia riunita per far sentire la sua adesione ai valori e agli interessi delle famiglie; ma perché quella stessa gente è stata manipolata dalle destre e dalla Chiesa in perfetta sintonia tra loro. Trono e altare, come ai vecchi tempi.
Vengono in mente i farisei denunciati da Gesù come sepolcri imbiancati e viene in mente anche la biografia privata di molti capi della destra a cominciare dal suo leader massimo.

Ho già detto: non siamo ghibellini. Ma sentiamo che forze potenti ci spingono a diventarlo. Siamo contro chi volesse ridurre la Chiesa al silenzio, anche se non c'è nessuno che lo voglia. Ma siamo soprattutto contro chi sta riducendo al silenzio i laici e facendo a pezzi la laicità.

* * *

Da questo punto di vista bene hanno fatto i radicali e quanti ne hanno condiviso l'iniziativa a promuovere il raduno del "coraggio laico" a piazza Navona. La sproporzione delle forze in campo era evidente e proprio per questo è stata usata la parola coraggio.
Il grosso del centrosinistra era assente. In ascolto, hanno detto i suoi leader. Ebbene, ora hanno ascoltato. Di incoraggiamenti per una politica di sostegno finanziario alle famiglie non c'era bisogno: una parte delle scarse risorse disponibili è già stata impegnata dal governo in quella direzione; altre provvidenze saranno decise nel convegno di Firenze promosso dal governo e Rosy Bindi.

Resta l'accoppiata tra la Chiesa italiana e la destra, fragorosamente espressa da mesi e culminata nella giornata di ieri. Si spera che i leader del Partito democratico abbiano ascoltato con profitto e che almeno un briciolo di coraggio laico sia penetrato nelle loro menti.

Gesù di Nazareth rovesciò i tavoli dei mercanti e li scacciò a frustate dal Tempio. Gesù di Nazareth predicava la pace ma sapeva usare la spada quando fosse necessario.

Ha detto tante cose Gesù di Nazareth. Forse i laici dovrebbero promuovere un raduno di massa intitolato al suo nome per vedere fino a che punto la Chiesa di oggi abbia ancora il diritto di usarlo e non parli invece sempre di più con lingua biforcuta. Per vedere se il ritorno al nuovo temporalismo sia un fatto positivo o negativo per il sentimento religioso. Per vedere se i papisti di oggi lottino ancora affinché gli ultimi siano i primi. Infine per capire se i cammelli riescano a passare nella cruna dell'ago o se quella cruna non sia diventata una ampia autostrada dove i cammelli transitano al galoppo con tutto il carico delle loro ricche mercanzie.

Sì, bisognerebbe proprio farlo un raduno di massa su Gesù di Nazareth. Non credo che il trono e l'altare uniti insieme siano di suo gusto, figlio dell'Uomo o figlio di Dio che lo si voglia considerare.


(13 maggio 2007)

sabato, maggio 12, 2007

Bus

Oggi ho accompagnato Diana a prendere il bus con cui andrà in Germania e successivamente tornerà nella sua Romania. Ieri è partito Michael, farà una tappa di qualche mese a Parigi prima di rientrare in Michigan, ma comunque anche per lui l'esperienza lillese è giunta al capolinea.
Ha ricominciato a piovere, come i primi tempi, come se questa città volesse ricordarci che lei resterà la stessa, nonostante la nostra assenza...
Pensare di abbandonare tutto questo, bisogna ammetterlo, fa un sacco di paura.
Fra poco più di un mese sarò di nuovo in Italia a barcamenarmi fra esami, scelte difficili da prendere, amicizie da riallacciare, silenzi da riempire, luoghi che mi sembreranno estranei.
Sarà difficile.
Ma non devo per forza pensarci adesso, no?

baci e abbracci diffusi
e abbasso il family day!!!
Benni

martedì, maggio 01, 2007

la storia siamo noi...

dedicato a tutti quelli che lavorano e a tutti quelli che lavoreranno; a tutti quelli che si impegnano e fanno fatica; a tutti quelli che si sforzano di cambiare le cose e sanno di poterci riuscire; a quelli che ci credono; a quelli che pensano che l'onestà sia un pilastro della vita; a quelli che hanno dei valori; a quelli che apprezzano il bello e sanno ridimensionare il brutto; a quelli che non si danno per vinti; a quelli che sanno vedere lontano senza staccarsi dalla realtà; a tutte le persone che non si accontentano di vedersi scorrere la vita sotto gli occhi senza toccarla...

la storia siamo noi


martedì, aprile 17, 2007

pensieri di morte

La strage che ha insanguinato ieri un campus della Virginia fa rabbrividire: 32 miei coetanei ammazzati così, a sangue freddo, senza avere il tempo di rendersene conto, solo per il fatto di essere lì, in quel momento, in quel luogo, in quella circostanza.

Ieri alcuni amici americani mi hanno spiegato che dopo la tragedia di Columbine, dopo il grande furore emotivo, la grande commozione, il documentario di M. Moore, le polemiche, le inchieste ecc. ecc. la legislazione statunitense riguardante il possesso di armi non è cambiata di una virgola.

La prima connessione che fa il mio cervello anche alla luce del film su Truman Capote visto di recente, è la persistenza in quella che molti definiscono la più grande e importante e solida e matura democrazia del mondo della pena di morte. La morte inflitta dallo Stato. La morte "giusta". La morte come redenzione. La morte come unica rivincita.

E allora mi chiedo se sia davvero così incomprensibile quello che è successo ieri in quell'università; mi chiedo se una società che avalla la morte come strumento per eseguire la giustizia possa davvero stupirsi davanti alla follia di un ragazzo che attraverso la morte sua e di più di trenta suoi compagni credeva probabilmente di eseguire la sua di giustizia.
Mi chiedo soprattutto se, nel caso che quel ragazzo non si fosse suicidato, ma fosse stato arrestato e processato, i genitori dei suoi coetanei uccisi si sarebbero sentiti "soddisfatti", o quantomeno rassicurati, o quantomeno minimamente consolati, dal vederlo finire nel Braccio della Morte.

Inutile dire che, se così fosse, la mia fiducia nel genere umano, già provata dalle quotidiane torture, guerre, umiliazioni, ingiustizie che ci passano di continuo sotto il naso, toccherebbe i minimi storici.

Nessuno tocchi Caino.

Baci e abbracci diffusi
Benni

sabato, marzo 31, 2007

sogno di una notte di mezza primavera

Stanotte ho sognato di entrare in scena, di recitare...
ho sognato di salire ancora una volta sul palco...

mi sono svegliata con quella adrenalina unica e indescrivibile che mi è capitato di provare solo e unicamente pochi minuti prima che si accendessero i riflettori...


I primi tempi qui a Lille sognavo spesso i miei (ex)compagni, il Libero, gli spettacoli di giugno, ma stanotte mi sono "ritrovata" in un contesto completamente diverso; recitavo con delle persone che ho conosciuto qui e soprattutto non avevo idea di che ruolo dovessi fare, di come si svolgesse la storia...non avevamo mai fatto le prove! ora non ricordo bene i dettagli, ma per tutto il giorno ho continuato ad avere piccoli flash, piccole immagini continue del sogno dimenticato.

Mi manca il teatro, non c'è dubbio; mai come adesso mi rendo conto di quanto, a prescindere dal bellissimo gruppo e le bellissime persone con cui ho avuto la fortuna di condividere questa esperienza, sia una componente fondamentale della mia vita, o quantomeno della mia storia personale.
Tutte le energie che in generale non sono mai stata in grado di gestire bene nel mio quotidiano, si riempivano di grazia e valore, si incanalavano su binari precisi quando entravo nel magico mondo della finta realtà.
E' impossibile da spiegare, trovare le parole per descrivere cosa abbiano significato per me questi dieci anni dedicati al "palco" è uno sforzo inutile e ridicolo. Tentare di raccontare quanto abbiano influito sul mio carattere e la mia personalità, un'impresa impossibile.

E ora tutto questo mi manca, mi manca quello sforzo, quella concentrazione, quella disciplina che qualunque anche stupido esercizio ti impone; quel rispetto un po' irriverente che devi a qualunque personaggio ti appresti a interpretare; quella frustrazione che ti nasce dentro ogni volta che ti confronti con qualcuno che è in grado di generare più emozioni di te; quella voglia di crescere e di migliorare che ti germoglia ogni volta che non ti senti soddisfatta di ciò che hai appena fatto; quell'istinto irresistibile che pervade ogni singolo centimetro del tuo corpo; quella stanchezza così entusiastica quando esci alle 11 di sera dopo tre ore di lezione...

Io sul palco ci voglio tornare.
Io quelle emozioni le devo provare ancora, e ancora, e ancora, e ancora...


Parole un po' in disordine, grammatica un po' stanca. Ma idee chiare, una volta tanto!
Buonanotte

Benni


domenica, marzo 25, 2007

pas de questions


...e poi ti capita di passare il sabato sera a mangiare souvlaki e ballare sirtaki in mezzo a centinaia di Greci per la festa della liberazione del loro paese nella periferia di Lille e di continuare la serata a casa di una gentile coppia libanese con un gruppo eterogeneo di persone (età media 40 anni) giocando fino alle quattro di mattina a un gioco che si chiama "il mafioso"... non ti chiedi il perchè, lo fai e basta, con tutto l'entusiasmo che ti investe ogni volta che ti ritrovi in una situazione così "inusuale"! adoro le sorprese... idee per il futuro: una, nessuna, centomila...purtroppo! baci e abbracci diffusi
Benni

giovedì, marzo 22, 2007

Se gli Usa ci bacchettano...

Le critiche statunitensi alle operazioni effettuate dall'Italia per la liberazione di Mastrogiacomo mi evocano l'immagine di quelle vecchie maestre che tiravano le bacchettate sulle mani degli alunni monelli...
Ogni singola scelta di politica internazionale, nonostante gli ammirabili sforzi del povero D'Alema, è sottoposta al vaglio e all'approvazione dei buzziconi d'oltreoceano e, soprattutto in Afghanistan, ogni piccola "pecca" è la buona occasione per spingere verso una modifica delle regole di ingaggio dei soldati italiani (che rafforzi le loro possibilità di attacco e di movimento) e verso un'implementazione del nostro contingente: siete voluti uscire dall'Iraq??? E ora vi impegnate di più a Kabul e dintorni...
E' incredibile! Io non sto dalla parte di quelli che farebbero cadere il governo per non votare il rifinanziamento della missione, ma mi rendo conto di quanto, a livello internazionale, le possibilità di movimento, di libera scelta del governo siano limitate, ristrette; di quanto possa essere forte la pressione degli USA ecc. ecc.
L'altro giorno una ragazza canadese mi diceva che da loro, dove la marjuana si usa e sperimenta da decenni a livello terapuetico, non possono legalizzare e regolamentare l'uso di droghe leggere perchè gli Stati Uniti minacciano il governo di attivare una serie di blocchi e sanzioni commerciali che manderebbero in rovina molte delle regioni che sono al confine.
Durante il corso di protezione internazionale dei diritti umani ho scoperto che l'attitudine degli Stati Uniti verso le libertà e i diritti fondamentali a livello convenzionale è più meno la stessa (se non peggiore) di paesi come la Russia, la Cina ecc.; esistono trattati importantissimi (come la Convenzione Inter-americana dei Diritti dell'Uomo) che gli Usa si rifutano di ratificare per non vedere intaccata la propria sovranità! Loro possono infiltrarsi e "minacciare" la sovranità di qualsiasi stato del mondo, ma guai ad instaurare dei meccanismi internazionali che possano limitare il loro libero arbitrio.

Non so da cosa si origini la foga anti-yankee di stamattina, ma più passa il tempo più mi rendo conto di quanto sia assolutamente inefficace, improduttivo, ottuso e pericoloso questo sistema (politico) unipolare così netto, sbilanciato e apparentemente irreversibile.
E' per questo che bisogna credere nell'Europa, nella sua capacità di diventare una potenza di idee e di valori ancor prima che economica; nella sua capacità di ricordare tutte le difficoltà, le guerre, i genocidi, le torture, i regimi, le monarchie autoritarie che ha dovuto attraversare prima di raggiungere la democrazia e il benessere; nella capacità di paesi come la Germania di riconoscere, pentirsi e sentire il peso insormontabile degli errori fatti e dei torti subiti; in un'Europa così enormemente complessa e composita dove è giusto che ognuno mantenga la sua cultura, le sue tradizioni ma tenendo sempre aperte le porte del dialogo e del confronto.

Boh, oggi mi sono svegliata europeista! Alla faccia dei Francesi che voterebbero ancora no alla Costituzione...hihihihi!

In ogni caso, ieri oltre ad essere il primo giorno di primavera (non qui...) era anche San Benedetto, una rondine sul tetto!
Baci e abbracci diffusi
sempre vostra
Benni

venerdì, marzo 09, 2007

News

ok, ok, avete ragione, sono scomparsa nel nulla per quasi un mese, ma è giusto che sappiate che ho le mie buone giustificazioni. Nell'ordine:
- mi sono sposata e aspetto un bambino da un uomo aborigeno di 47 anni di nome Trevor
- ho fondato un ristorante italiano a Lille dall'evocativo nome "oh mia bella Madunina"
- ho subito una rapina al ristorante
- il ristorante è stato chiuso perchè l'ufficio di igiene vi ha trovato qualche piccolo insignificante scarafaggio
- sono stata arrestata per guida in stato di ebbrezza
- mi sono candidata alle presidenziali francesi come leader del partito dell'Amore
- ho fatto un'alleanza segreta con Le Pen nel caso che uno dei due dovesse passare al secondo turno
- ho divorziato
- ho sottoscritto un PACS con uno sceicco riformista e modernista
- ho comprato una casa sugli Champs Elysees
- sono stata nominata ambasciatrice del Burkina Faso
- etc. etc...

Il risultato di tutti questi avvenimenti ed episodi è questo:

Non male no??? che ne dite? Io mi trovo piuttosto bene...
In ogni caso ora che la mia vita è ripresa in modo piuttosto normale e che ho di nuovo una connessione internet stabile e normale cercherò di aggiornarvi più frequentemente sulle mie vicende e tregende lillesi, ok?

Qui la primavera sta incominciando a muovere lentissimamente i primi passi, ma fa ancora freddo e il vento del Nord (vi ricordate il film Chocolat?) soffia incessantemente stravolgendo ogni giorno i pensieri e le sensazioni.
Sono stata a Parigi (ma non ho comprato una casa sugli Champs Elysees sfortunatamente...) e me ne sono innamorata, ho incontrato pure il vecchio Bisi che ho trovato più in forma che mai (non c' è che dire, la vita erasmus è studiata apposta per lui...); ho iniziato timidissimamente a studiare per l'esame in inglese (!!!!!) che dovrò sostenere il 15 marzo: il tempo è poco e il lavoro tanto, soprattutto tenendo in considerazione il fatto che da quando sono qui non sono assolutamente più in grado di spiccicare due parole in inglese senza piombare nella sindrome del "parlo francese tutto il giorno e il mio cevello è troppo piccolo per ospitare due vocabolari stranieri contemporaneamente!"...ma suvvia, in qualche modo farò!

Ho seguito con stupore e angoscia la "chute" del nostro governo: da qui fa ancora più impressione soprattutto perchè tutti gli stranieri non capiscono come siano possibili avvenimenti del genere e ti chiedono notizie alternando la presa in giro allo stupore; l'altro giorno il professore (inglese) di Russian Politics ha detto che in Europa ci sono paesi messi peggio dell'ex-URSS e ovviamente ha citato l'Italia, io non seguo il corso e quindi non ero presente, ma mi hanno raccontato che tutta la classe è scoppiata a ridere...a mio avviso si sbaglia, ma la percezione comune è questa evidentemente.
Adesso vi bacio e vi abbraccio calorosamente perchè il bambino dell'aborigeno quarantasettenne scalcia!
Spero di ricevere vostre notizie prima possibile
Benni

mercoledì, febbraio 14, 2007

un mois...

Un mese??? un mese??? un mese...

Mi sembra così assurdo avere un lasso di tempo preciso a cui far corrispondere la mia permanenza a Lille. Se da un lato, infatti, mi sembra che questi 31 giorni siano volati in un batter d'occhio senza che me ne accorgessi, dall'altro ho l'impressione di vivere qui da sempre, di aprire da sempre la porta di rue lepelletier, di condividere da sempre le chiacchiere in cucina con Simona e Cihan etcetera, etcetera.

Se qualcuno mi chiedesse di fare un resoconto di questa prima parte di erasmus non saprei davvero da dove cominciare. Ogni giorno cambi punto di vista su ciò che stai vivendo, ogni giorno ti confronti con realtà così differenti, con culture così lontane che quando cerchi di raccogliere le idee non ti viene in mente altro che l'immagine di un grande minestrone dove si mescolano l'inagurazione del festival di cortometraggi dove hai assistito per sei ore consecutive alla proiezione di film porno (artistici...); i festeggiamenti folli per il ventunesimo compleanno di qualcuno che conosci appena; gli sforzi immani che compi ogni venerdì per comprendere il vocabolario giuridico francese; le "lezioni" di cucina ai coinquilini; una partita a monopoli; i tentativi di spiegare agli Americani che esiste qualcosa fuori dal loro piccolo mondo perfetto e tanti altri flash.

La cosa di cui vado certamente più fiera è la decisione di frequentare il meno possibile i compatrioti: non che con loro non mi trovi bene, ma è così interessante rimanere stupiti dalle peculiarità di chi ha vissuto sempre in un altro pezzetto di mondo che, nonostante le comprensibili difficoltà linguistico-culturali, mi viene quasi naturale privilegiare la compagnia di tedeschi, polacchi, yankee, svizzeri, rumeni, spagnoli , argentini, cileni, soprattutto da quando mi sono resa conto di quanto gli italiani soffrano di quello che io chiamo "complesso della simpatia", ovvero della convinzione di essere gli unici in grado di divertirsi davvero; di essere gli unici ad apprezzare la convivialità; di essere gli unici capaci di fare davvero festa ecc. ecc.

Forse da un lato è vero che siamo più caciaroni, più "disinibiti", più alla mano di altri, ma questo non giustifica l'"isolazionismo" ed il campanilismo che circonda buona parte della piccola comunità italica di questa città a parer mio!

In ogni caso sto bene e credo sia questa la cosa più importante! La sola cosa catastrofica qui è il tempo: piove almeno una volta al giorno, il sole spunta un paio d'ore la mattina giusto per illuderti un po', ma poi arrivano inesorabili le nuvole che uccidono ogni tua speranza mediterranea...ma che ci volete fare?

Oggi ho appreso che fra gli arrestati delle nuove brigate rosse c'erano anche degli studenti di scienze politiche: francamente sono rimasta un po' scioccata soprattutto dopo aver letto che uno degli obiettivi primari era Pietro Ichino. Mi piacerebbe essere lì per capire che aria tira in università, quindi ragguagliatemi se potete, dai giornali on-line si capisce ben poco!

Ora vado a dormire, perchè è davvero tardi e, come avrete notato, non sono più in grado di completare decentemente una frase in italiano! Vi lascio un pezzo troppo carino di una cantante che mi ha fatto scoprire un amico americano.

Baci e abbracci diffusissimi

Sempre vostra

Benni

sabato, febbraio 10, 2007

pacs...

Ieri stavo compilando la pratica per richiedere l'aiuto che lo Stato francese elargisce agli studenti per l'affitto (già qualcosa di straordinario se si pensa alla totale mancanza di una politica che agevoli i giovani nel nostro paese...) e mi ritrovo di fronte alla domanda: "Lei è sposata, pacsè, o convive con il suo compagno senza essere nè sposata nè pacsè?"
In ciascuno di questi casi l'aiuto elargito è ovviamente più sostanzioso di quello per i "singoli".
Ciao Ruini, ciao Mastella, ciao Binetti, ciao Rutelli, ciao Casini...

martedì, febbraio 06, 2007

Casa dolce casa e altre amenità

Ci sono una slovacca, una cinese, un turco, un'italiana e una proprietaria francese sessantenne pazza...sembra l'inizio di una di quelle simpaticissime barzellette ambientate sugli aerei in versione più multi-etnica e invece è semplicemente la composizione della mia casa!
Ebbene si, finalmente, dopo un'affannosa e disperata ricerca ho trovato la sistemazione (quasi) ideale: centro che più centro non si puo', vicino alla metro, camera spaziosa e arredata anche con un certo gusto, quarto piano senza ascensore per tonificare un po' i glutei, coinquilini simpatici e disponibili, lavandino in camera, doccia in cucina (non è uno scherzo), riscaldamento praticamente inesistente e a rischio incendio, piante ovunque, connessione wi-fi (dell'anteguerra...), prezzo inferiore alla media et dulcis in fundo lei, marie-helene, un medico di "rimpiazzo" (lavora quando gli altri non lavorano...), la donna dai capelli mezzi rossi e mezzi non si capisce, la donna che ha messo un ficus benjamin marcio anche in un bagno grande 1 metro quadro, la donna che per guadagnare 190 euro in più mi ha proposto di andare a vivere nel suo studio invece che nella stanza dove sto attualmente, la donna del "questa casa non è un albergo", la donna che non si sa mai quando puo' spuntare fuori proponendoti una cena rigorosamente a base di pollo, la donna che "ho avuto un marito di Benevento"...insomma, la padrona di casa dall'età non ben definita (io punto sui 60), tirchia come poche, a tratti violentemente isterica, ma anche tanto gentile e certamente bisognosa di compagnia e chiacchiere.

Ecco, questa è la mia casa...ormai abito qui da un paio di settimane e sto facendo l'abitudine all'alquanto bizzarra posizione della doccia, sto praticando il francese con Simona, la mia coinquilina slovacca che ha fatto studi francofoni, sto imparando a incastare le cose nel frigo (anche se l'altro giorno ho rotto otto uova di cihan, il turco...); sto iniziando a preparare deliziose cenette per i miei colleghi erasmus; mi sto impratichendo con bucati e cose varie...

Insomma di cose da fare ce n'è sempre tante: contrariamente alle ipotesi di Jerome, sono ben salda in questa città del nord dove è più facile incontrare una coppia gay di una etero (soprattutto nella mia zona); mi sto dando di brutto da fare con il francese: leggo, guardo la tele e le commedie romantiche della mia padrona di casa, vado sempre a lezione (quello perchè forse sono follemente innamorata di Fred, il mio adorabile professore di francese, molto probabilmente anch'egli dell'altra sponda!).

Scopro locali, zone e mercati nuovi, mi perdo per le stradine della vecchia Lille o nell'enorme libreria della grand place (il furet du nord, ovvero la più grande libreria d'Europa), rimango incantata davanti alle vetrine della mia zona che, nonostante i saldi, hanno prezzi davvero probitivi, mi studio il mitico "sortir" per programmare le serate, ogni tanto vado all'università (scherzo! ahimè ci si deve andare spesso!), vado a fare la spesa (al reparto yogurt si fanno sempre interessanti conoscenze: madri incinte, brasiliani con vocabolario in mano etc. etc.).....


Basta, mi sembra di essermi già dilungata abbastanza!

se volete vedere le foto della festa (a proposito: grazie a tutti, è stato un momento bellissimo!), di Lille, della mia casa e dei miei nuovi amici l'indirizzo è: http://caccadaurlo.spaces.live.com


Vi penso sempre e vi voglio bene

Un bacione

Benni