giovedì, settembre 27, 2007

sull'onda dell'emozione

Ci sono storie che si raccontano molto meglio con un'immagine che attraverso mille parole.

Quella dei monaci birmani è una rivolta che commuove, certo, ma fa anche riflettere.
La comunità internazionale è costretta a confrontarsi con una protesta che attraverso poche foto, pochi video sfocati ha assunto subito un valore universale; molti sostengono che il merito sia dei nuovi mezzi di comunicazione che permettono di trasmettere a tutto il mondo in tempo reale le notizie su quanto sta accadendo.
Io dico che, nonostante internet e i media abbiano sicuramente avuto un ruolo importante in questa vicenda, la forza universale di questo movimento stia in realtà nel messaggio che esso porta: un messaggio di ribellione, certo, di lotta spasmodica per la libertà, ma di una lotta assolutamente pacifica, che fa affidamento solo sulla forza del numero, dell'unità, della contrapposizione fiera e decisa ad un regime che opprime la popolazione da 45 anni.
Nessuno potrà chiudere gli occhi di fronte a queste "colombe";
nessuno potrà accusarle di difendere i loro diritti con gli stessi mezzi di oppressione usati dal regime;
nessuno potrà mettere in dubbio la loro "onestà" intellettuale;
nessuno potrà parlare di guerra civile;
e, anche se l'intervento delle Nazioni Unite sarà sicuramente bloccato dai veti incrociati delle grandi potenze, nessuno, al loro interno, potrà mai fare finta che tutto questo non sia successo.

Lo so, probabilmente la repressione avverrà (a dire il vero è già cominciata), in molti moriranno ingiustamente, il regime trionferà ancora una volta, ma questi monaci avranno dimostrato al mondo la forza e il vigore morale di un messaggio alimentato solo dalla Non Violenza e dalla Resistenza Pacifica.

Una volta la storia ha dato ragione a chi ha creduto alla forza di questi paradigmi universali...chissà che non succeda ancora.

Baci e abbracci diffusi,
Benni