martedì, maggio 22, 2007

si fa quel che si può...(???)

...una crede che certi personaggi esistano solo nei telefilm tipo dawson's creek e beverly hills ma poi se li ritrova di fronte nella vita reale e resta allibita, sconvolta...

Va beh...in ogni caso qui procede tutto abbastanza bene: sembra febbraio, il sole non si fa vedere quasi mai e questo rende i primi addii e le prime prese di coscienza dell'"inizio della fine" ancora più malinconici.

La Francia sembra distrarsi dal risultato elettorale e dalle imminenti elezioni legislative con il festival di cannes...in fondo non è una cattiva idea: meglio il bel Jude Law e la mitica Norah Jones del disgustoso ghigno malefico di Nicolas.

A proposito di cinema, in questi giorni ho visto due film abbastanza scioccanti: "we feed the world" (consigliato anche dalla Raffa-sorella sul suo blog) e "l'incubo di Darwin" (che mi ha passato il mio nuovo, adorabile e bellissimo coinquilino e che però non so se esista in italia e in italiano).
In ogni caso, entrambi concentrano la loro attenzione sulla perversione di un modello capitalistico folle che provoca sprechi enormi, ingiustizie sociali, carestie, disastri ambientali, e chi più ne ha più ne metta.

In particolare "le cauchemar de Darwin" mette in luce la incredibile e mastodontica contraddizione di una zona e di un paese (il Lago Vittoria e la Tanzania) dove si produce un quantitativo enorme e infinito di pesce (il Persico del Nilo, specie impiantata negli anni '60 che in questi decenni ne ha fatte scomparire altre 92, ma queste sono solo piccoli effetti collaterali su cui si fissano quei rompipalle degli ambientalisti in fondo...) destinato all'esportazione, ma dove i bambini muoiono di fame e sniffano colla per sopportare la notte in strada in preda a violenze o anche solo in preda agli insetti.
Di un'area dove l'UE (ehehe, non gli USA, ma quell'Unione Europea che ci illudiamo essere guidata da principi diversi e "etici") ha spinto e continua a spingere per la creazione di questo enorme polo industriale di altissimo livello che crea centinaia di posti di lavoro, ma le donne sono costrette a prostituirsi con i disgustosi piloti russi che arrivano qui ogni giorno.
Dove gli enormi aerei cargo destinati al trasporto di tonnellate e tonnellate di pesce sembrano arrivare vuoti, ma nascondono spesso nei loro grandi ventri carichi illegali di armi destinati ai conflitti di paesi più o meno vicini (vedi Angola e Congo).

Uno scenario inquietante che ci fa rendere conto di quanto ogni volta che andiamo al supermercato alimentiamo e ci rendiamo corresponsabili delle peggiori nefandezze; di quanto sia marcio un sistema in cui anche volendo è IMPOSSIBILE condurre un'esistenza "giusta", che non provochi il male di nessuno. Tutte le nostre conquiste le abbiamo fatte e continuiamo a farle sulle spalle degli altri, nonostante la retorica di cui si riempiono la bocca politicanti, industriali, ma anche cooperanti e istituzioni "umanitarie".

il senso di colpa e di inutilità giustamente bussano alla porta...
Baci e abbracci diffusi
p.s: NON COMPRATE MAI PIù PERSICO DEL NILO ALMENO, PER FAVORE.

Benni

domenica, maggio 13, 2007

Family che???

al posto di dire con astio e sicuramente in modo troppo superficiale e "passionale" quello che penso del Family Day e del paese cui appartengo, sottoscrivo pienamente le parole del grande Eugenio Scalfari.

I cammelli al galoppo
nella cruna dell'ago

di EUGENIO SCALFARI


IL FAMILISMO è la base della società italiana, così ha scritto ieri su questo giornale Francesco Merlo e tutti concordiamo con lui. Lo è nel bene e nel male. Tutti siamo figli di mamma - si dice e si sa - e di mamma ce n'è una sola; a lei si ricorre anche nell'età adulta per ritrovare serenità, conforto, ristoro ed anche, con l'avanzare degli anni, per proteggerla e accompagnarla affinché non si senta sola in vista dell'ultimo appuntamento.

Familismo non è necessariamente sinonimo di famiglia. Il primo è un modo d'essere e di sentire, la seconda è un'istituzione convalidata da un contratto che per i cattolici realizza anche un sacramento. Spesso però quei due termini coincidono ibridandosi reciprocamente. Quando questa compenetrazione avviene la micro-istituzione familiare si chiude a riccio, esclude e non include, rischiando di diventare omertosa e di far prevalere la difesa dei propri confini sulla solidarietà civica e perfino sull'amore del prossimo.

Le società profondamente cristiane - se ancora ce ne sono - conoscono questo contrasto che ha le sue radici addirittura nella predicazione di Gesù di Nazareth. Dopo aver incitato i discepoli e il popolo che lo seguiva all'amore e alla carità, egli aggiunse: "Voi credete che io sia venuto a portare la pace ma io ho portato la spada. Io metterò il padre contro il figlio, la figlia contro la madre, il fratello contro il fratello. Chi verrà con me abbandonerà la famiglia. La mia famiglia non sono mio padre e mia madre ma siete voi che credete in me".

È un passo dei Vangeli molto controverso che ha una sola interpretazione possibile: Gesù pone se stesso come simbolo di carità e amor del prossimo e vede i legami familiari e l'egoismo di gruppo che li può intridere come una barriera da abbattere se il cristiano vuole aprirsi al comandamento dell'amore del prossimo. In questa visione la famiglia, luogo di amore, non può che essere aperta e inclusiva. Se non lo è il Maestro esorta i suoi seguaci ad abbattere il muro che la protegge e ad aprire le braccia e il cuore al Dio della misericordia, della tenerezza, del bene.

Noi laici, ma non ghibellini, vorremmo che questa fosse la visione della famiglia che ha radunato ieri, in piazza San Giovanni, una gran folla di persone per iniziativa di molte associazioni cattoliche, dei preti e dei Vescovi italiani. I promotori di quel raduno hanno sostenuto che proprio questa è stata la sua motivazione. E poiché l'istituzione familiare vive nel nostro tempo e deve sopperire ai bisogni e alle sfide quotidiane, gli obiettivi concreti della manifestazione sono stati anche quelli di premere sul governo affinché delinei una politica di sostegno economico alle famiglie per renderle più sicure del loro futuro e indurle anche per questa via a crescere e a moltiplicarsi.

Ebbene, spiace dirlo ma le cose ieri pomeriggio non sono andate così. Né era possibile - ammettetelo - che quella moltitudine non fosse strumentalizzata. Basta aver visto con quale entusiasmo sono stati accolti prima Fini e poi Berlusconi. Basta aver ascoltato le parole pronunciate da quest'ultimo un minuto prima di fare la sua comparsa e incassare l'ovazione che gli è stata tributata dalla piazza di San Giovanni.

"Io sono qui" ha detto "per testimoniare che i veri cattolici non possono stare a sinistra; non possono stare con i comunisti che hanno ridotto la Chiesa al silenzio e ancora vorrebbero ridurre la religione a un fatto privato. Io sono qui per far sì che la Chiesa possa liberamente parlare e affermare la propria verità e i propri valori che sono anche i nostri".

E così è stato servito il buon Pezzotta, organizzatore ufficiale del raduno, affannatosi per settimane a rassicurare che nessun colore politico avrebbe prevalso in quella piazza e in quella moltitudine, che cattolici e non cattolici avrebbero potuto e dovuto affratellarsi in nome della famiglia, dei suoi diritti e dei suoi doveri.
Se Pezzotta - come ci ostiniamo a sperare per lui - è un uomo di buona fede, dovrebbe aver passato una pessima nottata nel constatare che i suoi sforzi sono stati ridicolizzati dalla realtà. Oppure - se si rallegrerà per quanto è accaduto - dovremo concludere che ha tentato di prendere in giro gli italiani che la pensano diversamente dalle piazzate berlusconiane.

Che Pezzotta sia un ingenuo si può anche concedere, ma sono altrettanto ingenui i vescovi della Conferenza episcopale? E il papa che anche dal Brasile ha seguito con attenta intenzione la manifestazione romana? (Apprendo ora dal telegiornale che Pezzotta con aria felice ha detto: "Il papa sarà contento di questa giornata". Tanto ingenuo dunque non è).

In realtà il Vaticano e le diocesi italiane stanno assordando da anni gli italiani con lo sventolio dei loro interessi e dei valori usati per ricoprirli. Hanno trasformato la Chiesa italiana nella più potente delle "lobby". Hanno voluto il raduno di Roma per mettere in scena una prova di forza politica e muscolare. Hanno attinto a piene mani ai fondi provenienti dall'8 per mille versato nelle loro casse dallo Stato italiano. Stanno risuscitando il clericalismo e l'anticlericalismo. Sono entrati a gamba tesa nell'agone politico a dispetto della lettera e dello spirito del Concordato.

Questo è accaduto ieri. Non vorremmo usare parole gravi ma la giornata di ieri ha indebolito la democrazia italiana. Non perché tanta gente si sia riunita per far sentire la sua adesione ai valori e agli interessi delle famiglie; ma perché quella stessa gente è stata manipolata dalle destre e dalla Chiesa in perfetta sintonia tra loro. Trono e altare, come ai vecchi tempi.
Vengono in mente i farisei denunciati da Gesù come sepolcri imbiancati e viene in mente anche la biografia privata di molti capi della destra a cominciare dal suo leader massimo.

Ho già detto: non siamo ghibellini. Ma sentiamo che forze potenti ci spingono a diventarlo. Siamo contro chi volesse ridurre la Chiesa al silenzio, anche se non c'è nessuno che lo voglia. Ma siamo soprattutto contro chi sta riducendo al silenzio i laici e facendo a pezzi la laicità.

* * *

Da questo punto di vista bene hanno fatto i radicali e quanti ne hanno condiviso l'iniziativa a promuovere il raduno del "coraggio laico" a piazza Navona. La sproporzione delle forze in campo era evidente e proprio per questo è stata usata la parola coraggio.
Il grosso del centrosinistra era assente. In ascolto, hanno detto i suoi leader. Ebbene, ora hanno ascoltato. Di incoraggiamenti per una politica di sostegno finanziario alle famiglie non c'era bisogno: una parte delle scarse risorse disponibili è già stata impegnata dal governo in quella direzione; altre provvidenze saranno decise nel convegno di Firenze promosso dal governo e Rosy Bindi.

Resta l'accoppiata tra la Chiesa italiana e la destra, fragorosamente espressa da mesi e culminata nella giornata di ieri. Si spera che i leader del Partito democratico abbiano ascoltato con profitto e che almeno un briciolo di coraggio laico sia penetrato nelle loro menti.

Gesù di Nazareth rovesciò i tavoli dei mercanti e li scacciò a frustate dal Tempio. Gesù di Nazareth predicava la pace ma sapeva usare la spada quando fosse necessario.

Ha detto tante cose Gesù di Nazareth. Forse i laici dovrebbero promuovere un raduno di massa intitolato al suo nome per vedere fino a che punto la Chiesa di oggi abbia ancora il diritto di usarlo e non parli invece sempre di più con lingua biforcuta. Per vedere se il ritorno al nuovo temporalismo sia un fatto positivo o negativo per il sentimento religioso. Per vedere se i papisti di oggi lottino ancora affinché gli ultimi siano i primi. Infine per capire se i cammelli riescano a passare nella cruna dell'ago o se quella cruna non sia diventata una ampia autostrada dove i cammelli transitano al galoppo con tutto il carico delle loro ricche mercanzie.

Sì, bisognerebbe proprio farlo un raduno di massa su Gesù di Nazareth. Non credo che il trono e l'altare uniti insieme siano di suo gusto, figlio dell'Uomo o figlio di Dio che lo si voglia considerare.


(13 maggio 2007)

sabato, maggio 12, 2007

Bus

Oggi ho accompagnato Diana a prendere il bus con cui andrà in Germania e successivamente tornerà nella sua Romania. Ieri è partito Michael, farà una tappa di qualche mese a Parigi prima di rientrare in Michigan, ma comunque anche per lui l'esperienza lillese è giunta al capolinea.
Ha ricominciato a piovere, come i primi tempi, come se questa città volesse ricordarci che lei resterà la stessa, nonostante la nostra assenza...
Pensare di abbandonare tutto questo, bisogna ammetterlo, fa un sacco di paura.
Fra poco più di un mese sarò di nuovo in Italia a barcamenarmi fra esami, scelte difficili da prendere, amicizie da riallacciare, silenzi da riempire, luoghi che mi sembreranno estranei.
Sarà difficile.
Ma non devo per forza pensarci adesso, no?

baci e abbracci diffusi
e abbasso il family day!!!
Benni

martedì, maggio 01, 2007

la storia siamo noi...

dedicato a tutti quelli che lavorano e a tutti quelli che lavoreranno; a tutti quelli che si impegnano e fanno fatica; a tutti quelli che si sforzano di cambiare le cose e sanno di poterci riuscire; a quelli che ci credono; a quelli che pensano che l'onestà sia un pilastro della vita; a quelli che hanno dei valori; a quelli che apprezzano il bello e sanno ridimensionare il brutto; a quelli che non si danno per vinti; a quelli che sanno vedere lontano senza staccarsi dalla realtà; a tutte le persone che non si accontentano di vedersi scorrere la vita sotto gli occhi senza toccarla...

la storia siamo noi