lunedì, ottobre 08, 2007

Dopo la fine degli esami (e già qui mi merito un applauso!)...

...tre giorni intensi, pieni, stimolanti e rilassanti; tre giorni all'insegna dell'ascolto e della riflessione, ma anche del divertimento!
Sto parlando di questo weekend trascorso a Ferrara insieme ad una piccola truppa di scienziati politici in occasione del "meeting" organizzato da Internazionale che è riuscito a portare in questo gioiello di città (patrimonio dell'Unesco) migliaia di persone assetate di informazioni e contro-informazioni, di stimoli e di dialoghi.
ìEh già, perchè eravamo sempre tanti ad aspettare ore in fila davanti a quel benedetto cinema Apollo per un incontro con giornalisti come David Rieff sulla guerra al terrorismo degli USA, per la proiezione di un film delizioso e amaro come Persepolis, per un confronto fra Arundhaty Roy e altri grandi scrittori e giornalisti provenienti dai più svariati luoghi del pianeta sulle contaminazioni fra giornalismo e letteratura non-fiction di impegno "civile"; eravamo in tanti a seguire in religioso silenzio i racconti di Amira Hass sulla tragedia dei territori palestinesi occupati dai coloni israeliani; eravamo in tanti soprattutto a girare per la città con lo sguardo un po' trasognato e stupito, a incrociarci e sorriderci a vicenda, a chiederci consigli su dove mangiare la sera o sull'orario migliore per non trovare troppa fila ad una conferenza. E' bello vedere così tanta curiosità, è bello rendersi conto di quante persone, in fondo, condividano i tuoi stessi interessi, le tue stesse preoccupazioni, malgrado i percorsi senz'altro diversi da cui provengono.
E, nonostante mi sorga sempre il dubbio e la paura che eventi come questi rischino di diventare un mero "esercizio intellettuale" per finti intellettualoidi che si sentono appagati dalle conoscenze acquisite e dalle conferme ricevute; o per candidi giovani occidentali convinti di poter cambiare le cose attraverso le loro altrettanto candide e manichee visioni del mondo; o ancora possano rappresentare un rifugio per disfattisti cronici che si crogiolano nelle brutte notizie che qui possono ascoltare, ciò che mi resta di questo weekend è comunque una sensazione di positività e voglia di fare, di continuare a informarmi, ad ascoltare, a studiare, a lottare, a scrivere...

Oggi Jerome mi ha spiazzato, facendomi scontrare con una scelta implicita, forse non ancora definitiva e certamente non ancora metabolizzata che cerco di rimuovere costantemente dal mio cervello. Mi fa paura confrontarmi con certe cose e spesso mi illudo di poterle accantonare e seppellire sotto una montagna di altre piccole scelte quotidiane...ma è chiaro che non è così. Volevo solo ringraziare chi mi ha aiutato a ricordarlo.
Da qualche giorno a questa parte è ufficialmente iniziata la mia vita da laureanda: devo cominciare una tesi un po' bizzarra e anche muovermi per portarla a termine! Ma soprattutto devo decidere cosa fare del mio futuro: sono ben accette TUTTE le proposte, anche le più stravaganti.
La migliore vincerà un ambitissimo premio...
datevi da fare!
Baci e abbracci diffusi
Benni

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non fidarti di Jerome in questi ultimi tempi...ti insinua dubbi, poi ritratta, poi ri-insinua, dubita, cambia idea. Deprime, sorride, fa deprimere, fa sorridere, fa discorsi senza logica, afferma che il sistema-Italia sta affondando e noi dobbiamo armarci di scialuppe per il si-salvi-chi può.

Scherzi a parte, non riesco ad associare la data al nostro discorso......ma se si riferisce al teatro, visto che a ripensarci il discorso peccava di una certa linearità, o meglio non andava da nessuna parte, ti copio la citazione che ho rubato non so quante volte da un libro molto bello. Penso renda molto l'idea del valore aggiunto che può dare l'arte, e quindi il teatro, il cinema, la musica, rispetto tanto per cominciare alla stessa politica, visto che la discussione nasceva proprio da attraverso quale strumento si potesse meglio concorrere al miglioramento di questa società. In quale dei due casi quindi, la nostra "impronta" è più rilevante...

...così, tanto per metterti sempre più in crisi..


“Ognuno deve lasciarsi qualche cosa dietro quando muore, diceva sempre mio nonno: un bimbo o un quadro o una casa o un muro eretto con le proprie mani o un paio di scarpe cucite da noi. O un giardino piantato col nostro sudore. Qualche cosa insomma che la nostra mano abbia toccato, in modo che la nostra anima abbia dove andare quando moriamo, e quando la gente guarderà l’albero, o il fiore che abbiamo piantato, noi saremo là. Non ha importanza quello che si fa, diceva mio nonno, purché si cambi qualche cosa da ciò che era prima in qualcos’altro che porti poi la nostra impronta. La differenza tra l’uomo che si limita a tosare un prato e un vero giardiniere, sta nel tocco, diceva. Quello che sega il fieno poteva anche non esserci stato, su quel prato; ma il vero giardiniere vi resterà per tutta una vita”


Jerome

Compagno di pranzi e cene ha detto...

Jerome filosofo...
Il vostro Walter ha preso il 75%...festeggiate!!!! :-D

Anonimo ha detto...

allora, innanzi tutto complimenti per la fine degli esami (be', da esperte donne di teatro quali siamo, sappiamo cosa diceva Eduardo, ma al momento è meglio sorvolare).
per quanto riguarda il futuro, invece, tempo fa avevamo deciso che nella vita avresti fatto la vice Weltbestimmerin (da leggere uèltbestimmerin in onore di uòlter ueltroni, ma forse siete troppo giovani per capire la battuta), cioè quella che sostituisce me quando non ho voglia di decidere tutto in merito al mondo. visto che sto pensando al prepensionamento, preparati.

un abbraccio e tanta comprensione familiare (saranno pure rompico****ni, ma 'sti ingegneri i figli li sanno fare proprio bene)