Rieccomi finalmente! La mia pigrizia innata, il torpore invernale, quel velo di leggera malinconia che le giornate fredde portano sempre con sè, il desiderio di non sprecare parole motivano la mia prolungata assenza...ma ora sono di nuovo qui, a riflettere sullo scorso weekend oltre-Manica che mi ha lasciato una grande sensazione di "impotenza" rispetto a un modello occidentale "malato", a parer mio insostenibile e quasi certamente inarrestabile.
Glasgow è una città carina che si discosta decisamente dall'immaginario triste di città british grezza e piovosa (cioè...piovosa lo è e anche parecchio purtroppo, ma non nel senso di triste e desolata, ecco!); è una città piuttosto dinamica e giovane e credo rispecchi, come la gran parte del Regno Unito, una sorta di "anticamera statunitense", ovvero un'anticipazione delle tendenze provenienti dagli Usa che si affermeranno nel futuro in Europa.
Non ho vissuto su un albero per 20 anni e il consumismo ho avuto modo di vederlo e constatarlo anche nel belpaese, in forme più o meno becere e, purtroppo, anche nel comportamento quotidiano mio e della mia famiglia. Ciò che però mi ha stupito in questo viaggio è l'enorme quantità di queste catene di grande distribuzione che vendono di tutto e dico di tutto a prezzi irresistibili, inimmaginabili in italia. Nonostante il cambio sconveniente con la sterlina tutto è incredibilmente economico in questi grandi negozi: in tre giorni io, che non mi reputo nè spendacciona, nè particolarmente attratta dal futile, ho comprato probabilmente molto di più che negli ultimi sei mesi a Milano. Merci di ogni sorta e di qualità anche piuttosto buona (certamente superiore, per esempio, a quella di molti dei banchi dei mercati comunali della nostra città che praticano più o meno gli stessi prezzi.)
Il consumismo è violentemente INDOTTO. Tutti devono si devono poter permettere tutto; tutti devono caricarsi ogni giorno di sacchettini pieni di cose assolutamente inutili; consumare consumare consumare per produrre produrre produrre. Se prima il consumo era in qualche modo finalizzato ad accrescere il benessere delle persone, adesso è completamente finalizzato a se stesso: bisogna fare in modo che la gente compri per continuare a produrre e a fare profitti, su profitti, su profitti...altrimenti come si può mandare avanti il mondo (che ormai non è altro che il mercato)?
A me sembra piuttosto allucinante, ma soprattutto non mi sembra sostenibile da tanti punti di vista che cercherò di analizzare in uno dei prossimi post. Ma la domanda che mi pongo e che vi pongo è innanzitutto: questa tendenza potrà mai essere reversibile? Si tratta di un processo modificabile o siamo ormai su un binario unico?
Benni
2 commenti:
Assolutamente d'accordo cara Benni.
Se vado al super percomprare una cosa torno sempre almeno con due :-(
questo del consumisno indotto è un processo che difficilmente si sltererà in maniera soft.
Basti vedere come ormai in certi megozi non è quasi più pemesso paagare in contanti ma sei obbligato alla "comode rate". E le finanziarie gongolano. E tutti narcotizzati che seguono l'onda pur di "avere"manco fossero dei novelli mastro don gesualdo.
Appunto. Io amo la scozia, però Glasgow hhhmmm...diciamo che se l'hai trovata carina il resto della scozia, da Edimburgo, ai castelli, alle highlands, alle isole, alla zona dei laghi...la troverai stupendaaa.
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