Gran bella pagina di cinema e musica
"I'm easy", Keith Carradine
p.s. vi ricordo sempre di stoppare il lettore in fondo a sinistra!
martedì, novembre 28, 2006
domenica, novembre 26, 2006
futuro?
Rieccomi finalmente! La mia pigrizia innata, il torpore invernale, quel velo di leggera malinconia che le giornate fredde portano sempre con sè, il desiderio di non sprecare parole motivano la mia prolungata assenza...ma ora sono di nuovo qui, a riflettere sullo scorso weekend oltre-Manica che mi ha lasciato una grande sensazione di "impotenza" rispetto a un modello occidentale "malato", a parer mio insostenibile e quasi certamente inarrestabile.
Glasgow è una città carina che si discosta decisamente dall'immaginario triste di città british grezza e piovosa (cioè...piovosa lo è e anche parecchio purtroppo, ma non nel senso di triste e desolata, ecco!); è una città piuttosto dinamica e giovane e credo rispecchi, come la gran parte del Regno Unito, una sorta di "anticamera statunitense", ovvero un'anticipazione delle tendenze provenienti dagli Usa che si affermeranno nel futuro in Europa.
Non ho vissuto su un albero per 20 anni e il consumismo ho avuto modo di vederlo e constatarlo anche nel belpaese, in forme più o meno becere e, purtroppo, anche nel comportamento quotidiano mio e della mia famiglia. Ciò che però mi ha stupito in questo viaggio è l'enorme quantità di queste catene di grande distribuzione che vendono di tutto e dico di tutto a prezzi irresistibili, inimmaginabili in italia. Nonostante il cambio sconveniente con la sterlina tutto è incredibilmente economico in questi grandi negozi: in tre giorni io, che non mi reputo nè spendacciona, nè particolarmente attratta dal futile, ho comprato probabilmente molto di più che negli ultimi sei mesi a Milano. Merci di ogni sorta e di qualità anche piuttosto buona (certamente superiore, per esempio, a quella di molti dei banchi dei mercati comunali della nostra città che praticano più o meno gli stessi prezzi.)
Il consumismo è violentemente INDOTTO. Tutti devono si devono poter permettere tutto; tutti devono caricarsi ogni giorno di sacchettini pieni di cose assolutamente inutili; consumare consumare consumare per produrre produrre produrre. Se prima il consumo era in qualche modo finalizzato ad accrescere il benessere delle persone, adesso è completamente finalizzato a se stesso: bisogna fare in modo che la gente compri per continuare a produrre e a fare profitti, su profitti, su profitti...altrimenti come si può mandare avanti il mondo (che ormai non è altro che il mercato)?
A me sembra piuttosto allucinante, ma soprattutto non mi sembra sostenibile da tanti punti di vista che cercherò di analizzare in uno dei prossimi post. Ma la domanda che mi pongo e che vi pongo è innanzitutto: questa tendenza potrà mai essere reversibile? Si tratta di un processo modificabile o siamo ormai su un binario unico?
Benni
venerdì, novembre 17, 2006
Glasgow I'm coming!
Sto partendo per Glasgow: yabadabadoo!!! vado a prendere un po' di pioggia, a bere un po' di birra e a sperimentare per qualche giorno la vita erasmus prima della partenza definitiva...
ah! prima di andarmene vi lascio una frase del libro che sto leggendo in questi giorni
"...la cosa più seria è ritenere che nulla lo sia abbastanza da meritare la nostra emotiva partecipazione o incrinare il nostro benessere materiale."
Ovviamente non è casuale...chi ha orecchie per intendere intenda, gli altri in...camper! uauauauauauauaaaaaaaaa! miiii, che simpatica!
Baci e abbracci diffusi
ah! prima di andarmene vi lascio una frase del libro che sto leggendo in questi giorni
"...la cosa più seria è ritenere che nulla lo sia abbastanza da meritare la nostra emotiva partecipazione o incrinare il nostro benessere materiale."
Ovviamente non è casuale...chi ha orecchie per intendere intenda, gli altri in...camper! uauauauauauauaaaaaaaaa! miiii, che simpatica!
Baci e abbracci diffusi
Benni
lunedì, novembre 13, 2006
Sorridi...che è meglio!
Come al solito sono un po' di fretta, ma vi lascio un articoletto che ho trovato oggi su epolis e che esprime un pensiero che condivido in pieno, in tutto e per tutto.
Sono piccole cose forse, piccoli squarci di vita quotidiana che non hanno nessuna rilevanza se messi a confronto con i grandi avvenimenti del mondo; eppure credo sia necessario riflettere sull'inaridimento delle persone, sugli atteggiamenti sempre più frequentemente intolleranti che assumiamo, sull'incapacità di dialogare con gli altri e di venire loro incontro: per cambiare le cose bisogna partire sempre da quelli che ci sembrano "dettagli"...
Buona serata a tutti
p.s. non mi esprimo sul successone della conferenza organizzata oggi da Acido Politico perchè non voglio farmi trasportare dall'entusiasmo e sembrare troppo autoreferenziale o galvanizzata! Vi dico solo che quando ho visto tutte quelle persone ho sgranato gli occhi e sono rimasta senza parole come una bambina che si ritrova davanti a un elefante!
"Lasciamoci voler bene, è gratis
Il mio amico Maurizio Marsico, settimana scorsa, ha fatto davvero arrabbiare un bel po’ di commesse. Io capisco il suo sfogo, a tutti noi è capitato l’incontro con commessi incompetenti e maleducati che ci ha mandato fuori dai gangheri, però trovo il suo articolo sintomatico di una deriva che tutti noi milanesi abbiamo preso da troppo tempo: facciamo la fila in Posta guardandoci rabbiosi pronti a litigare alla prima occasione, sgomitiamo per superare le persone sui marciapiedi, non cediamo il posto a nessuno, anziano o incinta che sia, stiamo sempre attenti che nessuno ci freghi, sospettiamo di tutti. Le gentilezze ci disorientano. L’altro giorno mia moglie, dopo aver preso un volantino ha ringraziato chi lo distribuiva. Il ragazzo l’ha guardata con sospetto, bilioso: «Grazie di cosa?» le ha detto, duro. Io resto dell’idea che sorridere sia meno faticoso che accigliarsi come cani idrofobi nei confronti di chi mi sta vicino appeso come me al passamano dell’autobus e che, come me, ha avuto un difficile risveglio e una difficile settimana lavorativa. Siamo diventati cattivi. Pretendiamo, ma non diamo nulla. L’autobus se arriva in ritardo fa arrabbiare pure me, ovvio, però perché prendersela con quel povero cristo che sta al volante? I vigili ci fanno incazzare, i controllori ci fanno incazzare, i commessi ci fanno incazzare, tutto il mondo ci fa incazzare. Ne vale la pena? E quanto facciamo incazzare noi gli altri con il nostro sguardo furibondo e il nostro atteggiamento collerico? Perché, vedete, se manchiamo di tolleranza, a furia di urlare "al lupo, al lupo" ogni volta, anche per inezie, andrà a finire che quando davvero avremo bisogno di un aiuto, di solidarietà, nessuno vorrà darcela. Perché non si sa mai. Perché magari quello mi vuole fregare. Perché non mi fido di nessuno. Perché è meglio che me ne stia chiuso in casa mia, e fottiti mondo! Io non voglio vivere così. Da qualche tempo c’è un’iniziativa semplice e disarmante, in giro per il mondo: gente che abbraccia sconosciuti. Così, gratis. Senza alcun ritorno se non il piacere di un caldo abbraccio. Lasciatevi andare, per una volta nella vita. Fidatevi. Fatevi abbracciare, è riposante, è umano, è semplice. Abbandonatevi e per una volta non sospettate che chi vi abbraccia, in realtà, sta cercando sotto sotto di fregarvi il portafogli."
Il mio amico Maurizio Marsico, settimana scorsa, ha fatto davvero arrabbiare un bel po’ di commesse. Io capisco il suo sfogo, a tutti noi è capitato l’incontro con commessi incompetenti e maleducati che ci ha mandato fuori dai gangheri, però trovo il suo articolo sintomatico di una deriva che tutti noi milanesi abbiamo preso da troppo tempo: facciamo la fila in Posta guardandoci rabbiosi pronti a litigare alla prima occasione, sgomitiamo per superare le persone sui marciapiedi, non cediamo il posto a nessuno, anziano o incinta che sia, stiamo sempre attenti che nessuno ci freghi, sospettiamo di tutti. Le gentilezze ci disorientano. L’altro giorno mia moglie, dopo aver preso un volantino ha ringraziato chi lo distribuiva. Il ragazzo l’ha guardata con sospetto, bilioso: «Grazie di cosa?» le ha detto, duro. Io resto dell’idea che sorridere sia meno faticoso che accigliarsi come cani idrofobi nei confronti di chi mi sta vicino appeso come me al passamano dell’autobus e che, come me, ha avuto un difficile risveglio e una difficile settimana lavorativa. Siamo diventati cattivi. Pretendiamo, ma non diamo nulla. L’autobus se arriva in ritardo fa arrabbiare pure me, ovvio, però perché prendersela con quel povero cristo che sta al volante? I vigili ci fanno incazzare, i controllori ci fanno incazzare, i commessi ci fanno incazzare, tutto il mondo ci fa incazzare. Ne vale la pena? E quanto facciamo incazzare noi gli altri con il nostro sguardo furibondo e il nostro atteggiamento collerico? Perché, vedete, se manchiamo di tolleranza, a furia di urlare "al lupo, al lupo" ogni volta, anche per inezie, andrà a finire che quando davvero avremo bisogno di un aiuto, di solidarietà, nessuno vorrà darcela. Perché non si sa mai. Perché magari quello mi vuole fregare. Perché non mi fido di nessuno. Perché è meglio che me ne stia chiuso in casa mia, e fottiti mondo! Io non voglio vivere così. Da qualche tempo c’è un’iniziativa semplice e disarmante, in giro per il mondo: gente che abbraccia sconosciuti. Così, gratis. Senza alcun ritorno se non il piacere di un caldo abbraccio. Lasciatevi andare, per una volta nella vita. Fidatevi. Fatevi abbracciare, è riposante, è umano, è semplice. Abbandonatevi e per una volta non sospettate che chi vi abbraccia, in realtà, sta cercando sotto sotto di fregarvi il portafogli."
Gianni
Biondillo
*Architetto, scrittore
sabato, novembre 11, 2006
memorie di una ciclista
Ieri, tornando verso casa da piazza Wagner alle sette di sera, ho raggiunto l'apice del godimento ciclistico!
Via Sardegna, via Washington, via Lorenteggio, Bolivar, Caterina da Forlì...tutte completamente bloccate, intasatissime! Centinaia e centianaia di automi (rigorosamente uno solo per macchina...) inscatolati in rottami motorizzati o in vetture super accessoriate (con sedili di pitone e cambio tempestato di diamanti), lobotomizzati dall'ascolto delle pubblicità alla radio, incazzati come biscie in calore perchè "chissà se faccio in tempo a vedere Striscia la Notizia", stressati, angosciati, stremati da quelle interminabili code al semaforo...e la Benni che fa? sfreccia con disinvoltura in mezzo alle malefiche scatolette di tonno cantando a squarciagola le immancabili canzoni di Mina caricate sul lettore mp3 e incrociando con aria strafottente gli sguardi inviperiti e incredibilmente invidiosi dei poveri cristi in macchina: una sensazione irripetibile, un orgasmo stradale!!!!!
Per carità, non vorrei mai offendere chi, per andare a lavorare, è COSTRETTO ad utilizzare un'autovettura e magari non lo fa neanche volentieri...ma obiettivamente, quanta gente c'è in questa città, che della macchina fa un uso smodato e spropositato? Quanta gente si rifiuta di prendere i mezzi pubblici (su cui certamente si deve lavorare ancora tantissimo, ma, soprattutto in centro, funzionano assai meglio che in altre città, vedi Roma)? Quanti non hanno mai preso in considerazione l'ipotesi di spostarsi in bici? Direte voi: la colpa di questo disastro milanese è da attribuire agli amministratori che non hanno fatto e non fanno nulla per scoraggiare l'uso dell'auto, che non implementano linee metropolitane e autobus, che non si impegnano a migliorare i collegamenti centro-periferia, che non "costruiscono" piste ciclabili ecc. ecc...verissimo! nulla da dire su questo, ma non può essere un buon motivo per scaricarsi la coscienza e considerare l'uso di mezzi inquinanti (e stressanti) INDISPENSABILE in tutte le circostanze. Non può essere una giustificazione per quelli che non capiscono che andare al lavoro in macchina con altri due o tre colleghi è più economico e anche più piacevole che andarci da soli.
Contro il ticket proposto dall'attuale amministrazione si sono alzate le barricate, minacce, pressioni, vere e proprie rivolte hanno infiammato gli animi di molti! Effettivamente anche io non condivido il progetto così come presentato dalla Letizia: piuttosto chiuderei la cerchia della circonvallazione di mezzo (le cerchia delle porte, per intenderci) in modo da scoraggiare l'uso della macchina anche da parte dei Milanesi e da permettere ai non-Milanesi di non pagare per entrare in città, ma di lasciare la macchina ai parcheggi di interscambio. Ovviamente il progetto è difficile da attuare, ma qualcosa in questo senso va fatto e va fatto bene!
Contemporaneamente, però, dobbiamo essere noi cittadini ad autoregolamentarci, a capire che, continuando a vivere con un'aria del genere, non solo moriremo tutti di cancro ai polmoni o giù di lì, ma i nostri figli e i figli dei nostri figli nasceranno già malati, incatramati, puzzolenti, al mercato potremo comprare solo pesci con tre occhi come quelli dei simpson, le nostre facce invece di essere rosee e rubiconde saranno grigio topo, per camminare per strada avremo bisogno del respiratore...questa non è poi così una cazzata: su Repubblica c'era un articolo che diceva che, paradossalmente, l'unico modo per non respirare troppo smog quando si va in giro in città è proprio stare in macchina coi finestrini chiusi e l'aria condizionata...evvvai!!!!!!!!!! ma vi pare che il più importante quotidiano nazionale possa far passare un messaggio del genere??? Le persone poi ci credono! da quando mia madre l'ha letto dice che l'unico modo per salvarsi è questo! ma dico ma siamo impazziti??? invece di dire: "smettete di usare la macchina e cominciate TUTTI ad andare in giro a piedi" ti dicono "usa la macchina (oltretutto con l'aria condizionata accesa), è l'unico modo per salvarti. Anzi magari comprati addirittura un bel SUV così ci puoi dormire dentro, fare all'ammmore comodamente...il governo non li tassa più perchè ha capito che tutti hanno diritto a un piccolo grande SUV!"
Cose da pazzi...aiutatemi a fare la rivoluzione delle bici!
Baci e abbracci diffusi
martedì, novembre 07, 2006
Jack...
Stavo scrivendo un post veramente serio e "denso", ma poi mi sono accorta che lo stavo infarcendo con gli spunti per l'articolo del prossimo numero di acido...quindi sono spiacente, ma dovrete aspettare fino a dicembre!
Per farmi perdonare, in compenso, ho deciso di "regalarvi" questa stupenda performance del cantante più più più issimissimississimo del mondo, l'uomo che fa una delle vite più belle che mi abbiano mai raccontato ed è nato alle Hawaii, che devolve parte degli introiti dei suoi concerti alle battaglie per salvare la foresta amazzonica e mi ha stregato con la sua incentevole voce...insomma Jack Johnson! (si capisce che lo adoro???)
Ovviamente siete liberi di esprimere commenti anche negativi su questa splendida canzone e sul suo meraviglioso autore (che oltretutto qui è anche accompagnato dal grande Ben Harper...più di così!), ma sappiate che lo reputerò quasi come uno sgarbo personale!!! eh eh eh!
Ora vi lascio...gustateveli!
p.s. ovviamente prima mettete in pausa il player che c'è in basso a sinistra, se no non si capisce niente!
Baci e abbracci diffusi
venerdì, novembre 03, 2006
Prigionieri
In questi giorni non ho molto tempo per scrivere, ma voglio festeggiare con voi la liberazione di Gabriele Torsello, avvenuta oggi in Afghanistan dopo più di tre settimane di prigionia.
Approfitto anche per ricordare Enzo Baldoni che, al contrario di Torsello, due anni fa non ce la fece e rimase vittima di un gruppo di sequestratori iracheni.
Le nostre vite si sono incrociate per pochissimo, eppure non posso dimenticare quel sorriso aperto, quel racconto immaginifico, ma anche così consapevole del G8 di Genova, quel saluto accogliente e compiaciuto quando vedeva la sua casa invasa da una ciurma di teatranti in erba che tentavano di scrivere uno spettacolo sull'occupazione...una di quelle persone che ti rimangono impresse, insomma.
A quelli di voi che non avessero mai letto niente di suo consiglio di fare un salto sul sito www.balene.it/enzo o sul blog http://bloghdad.splinder.com/.
Ciao Enzo, divertiti.
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