Ieri sera ho visto la prima parte della fiction di raiuno su Rino Gaetano che, oltre ad aver scritto delle gran belle canzoni, è anche un mio conterrone, ma questi sono dettagli!
La cosa che mi ha colpito senza dubbio di più (e che gli autori hanno sottolineato molto) era il continuo tentativo da parte degli altri di inquadrare la sua musica, le sue parole e i suoi comportamenti in uno schema prefissato, in un modello preconfezionato: "ma tu da che parte stai?" era la domanda più ricorrente con la quale lo tartassavano. Sei un cantautore impegnato o leggero, sei un compagno o un fascista...e così via; e Rino, o quantomeno la sua trasposizione televisiva, in queste barriere rigide non riusciva ad inserirsi, non riusciva a costruire un'immagine di sè capace di rispecchiarsi in quelle costruite per lui dagli altri...e ne soffriva.
Mi è venuto spontaneo fare un paragone fra questa rappresentazione della realtà dell'epoca e la realtà "reale" in cui viviamo noi adesso; se da un lato è vero che oggi, senz'altro più di allora e anche grazie a ciò che è successo allora, viviamo in un'epoca che ha raggiunto l'apice del relativismo culturale, del pluralismo delle idee, dei valori, delle informazione ecc. è anche vero, che, almeno dal mio umile punto di vista di ventenne nata e cresciuta a Milano, oggi come allora siamo sottoposti alle continue pressioni di chi ci chiede o ci impone di prendere posizione.
Destra o sinistra, centro o periferia, scuola pubblica o scuola privata, ricco o povero, cattolico o no, filo-americano o anti-americano,fighetto o alternativo, etero-sessuale o omo-sessuale, teatro classico o teatro sperimentale, filo-israeliano o filo-palestinese, cinema o televisione, macchina o bicicletta, corso como o centro sociale...ecc. ecc.
Ogni giorno giudichiamo e veniamo giudicati non tanto per ciò che siamo, ma per come sappiamo inserirci nella società, per la casellina che decidiamo di riempire. Io stessa quando sono arrivata a lille e ho conosciuto molte persone nuove, mi sono resa conto del fatto che avevo sempre bisogno di dei punti di riferimento per capire dove "collocare" il soggetto che avevo davanti rispetto ai modelli ben preconfezionati nel mio cervello...eppure fino ad allora avevo sempre creduto di essere una persona aperta e senza troppi pre-giudizi soprattutto perchè avevo sempre odiato essere giudicata e "catalogata" dagli altri attraverso schemi prefissati; evidentemente, però, neanch'io ero poi così indenne a questo tipo di generalizzazioni.
Tutto ciò per dire che forse si dovrebbe provare ad essere un po' più aperti e curiosi verso le idee e i comportamenti altrui e a rispettare una gamma di reazioni, atteggiamenti e modi di vedere le cose un po' più vasta di quella che che ci prefiguriamo di solito, anche perchè, come ho sentito dire ieri al mitico, insuperabile e meraviglioso Ian mcEwan "la mancanza di immaginazione è la violenza peggiore" perchè provoca l'intolleranza.
Baci e abbracci diffusi,
Benni "la maestrina-rotellina"
3 commenti:
e fattela 'na risata!
ano-nimo
hai proprio ragione caro ano, se mi ci metto riesco ad essere veramente pesante/pedante!
ma giuro che presto ritorno la benni cazzona del solito...mi laureo e torno!
Baci e abbracci diffusi
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