sabato, novembre 24, 2007

Maledetto mondo

Grazie a Pino Scaccia che ancora riesce a portare un po' di luce (poca, a dire il vero...ma chiaramente non è colpa sua) su tutto questo.
Maledetto mondo...


dal blog di Pino Scaccia
Nel mondo arabo gli affari si fanno sempre davanti a una tazza di “ciai”, di the. Quando poi sul tavolo compare anche una bandierina, formalisti come sono, non c’è dubbio: è un incontro ufficiale. Dunque, l’incontro a Baghdad fra il generale americano David Petraeus, il vicepresidente iracheno Bahram Saleh e il leader del gruppo “Rinascita dei Cavalieri della Mesopotamia”, Abu al-Abed, documentato da una foto, è per stringere un accordo. Solo che l’uomo che si fa chiamare Abu al-Abed fino a pochi mesi fa (sei, per l’esattezza) era il capo dell’Esercito Islamico dell’Iraq, l’organizzazione terroristica che fra l’altro ha rapito e ucciso Enzo Baldoni.
Trentacinque anni, ex ufficiale di Saddam, nome vero Saad Erebi al Ubaidy, per anni ha combattuto duramente contro le forze statunitensi ma ora ha cambiato casacca, lavora per gli Usa da cui riceve stipendio, armi e appoggio logistico. Gli americani lo sanno bene cosa hanno fatto lui e la sua organizzazione trasferitasi in massa nel nuovo gruppo (il generale Petraeus è il comandante supremo delle forze Usa in Iraq) ma hanno chiuso un occhio su tutto, compresa la pressante richiesta italiana di restituire la salma di Baldoni. Lo rivela il quotidiano arab oal Hayat edito a Londra che ha intervistato l’ex capo terrorista. “L’accordo è nato sei mesi fa – rivela il cosiddetto Abu al Abed -, un vero e proprio contratto di tre mesi in tre mesi, rinnovabile. Io garantisco la sicurezza nei quartieri sanniti contro il nemico comune che ora è al Qaeda. Ho 900 uomini, 600 provenienti dall’Esercito Islamico, gli altri sono poliziotti di origine sunnita. Gli americani ci passano lo stipendio (ogni uomo prende 360 dollari al mese), oltre ad armi moderne e basi. Talvolta ci appoggiano anche militarmente, insomma combattiamo insieme. Il passato da nemici? Cancellato”. Troppo facile. Ma agli americani, gli unici che potrebbero chiederglielo (ormai da alleati addirittura) già distintisi in inchieste chiuse in fretta su autentiche nefandezze mascherate da guerra al terrorismo, poco importa evidentemente di una povera famiglia che aspetta almeno un corpo su cui piangere.

yaaaawwwwn!

la mia tesi è noiosa, ma così noiosa che ieri una casa farmaceutica che produce sonniferi mi ha offerto un sacco di soldi per brevettarla...cosa faccio, accetto?
per fortuna che è praticamente finita...
baci e abbracci diffusi

lunedì, novembre 12, 2007

Benni, Benni, Benni sosteneva tesi e illusioni...

Ieri sera ho visto la prima parte della fiction di raiuno su Rino Gaetano che, oltre ad aver scritto delle gran belle canzoni, è anche un mio conterrone, ma questi sono dettagli!
La cosa che mi ha colpito senza dubbio di più (e che gli autori hanno sottolineato molto) era il continuo tentativo da parte degli altri di inquadrare la sua musica, le sue parole e i suoi comportamenti in uno schema prefissato, in un modello preconfezionato: "ma tu da che parte stai?" era la domanda più ricorrente con la quale lo tartassavano. Sei un cantautore impegnato o leggero, sei un compagno o un fascista...e così via; e Rino, o quantomeno la sua trasposizione televisiva, in queste barriere rigide non riusciva ad inserirsi, non riusciva a costruire un'immagine di sè capace di rispecchiarsi in quelle costruite per lui dagli altri...e ne soffriva.
Mi è venuto spontaneo fare un paragone fra questa rappresentazione della realtà dell'epoca e la realtà "reale" in cui viviamo noi adesso; se da un lato è vero che oggi, senz'altro più di allora e anche grazie a ciò che è successo allora, viviamo in un'epoca che ha raggiunto l'apice del relativismo culturale, del pluralismo delle idee, dei valori, delle informazione ecc. è anche vero, che, almeno dal mio umile punto di vista di ventenne nata e cresciuta a Milano, oggi come allora siamo sottoposti alle continue pressioni di chi ci chiede o ci impone di prendere posizione.
Destra o sinistra, centro o periferia, scuola pubblica o scuola privata, ricco o povero, cattolico o no, filo-americano o anti-americano,fighetto o alternativo, etero-sessuale o omo-sessuale, teatro classico o teatro sperimentale, filo-israeliano o filo-palestinese, cinema o televisione, macchina o bicicletta, corso como o centro sociale...ecc. ecc.
Ogni giorno giudichiamo e veniamo giudicati non tanto per ciò che siamo, ma per come sappiamo inserirci nella società, per la casellina che decidiamo di riempire. Io stessa quando sono arrivata a lille e ho conosciuto molte persone nuove, mi sono resa conto del fatto che avevo sempre bisogno di dei punti di riferimento per capire dove "collocare" il soggetto che avevo davanti rispetto ai modelli ben preconfezionati nel mio cervello...eppure fino ad allora avevo sempre creduto di essere una persona aperta e senza troppi pre-giudizi soprattutto perchè avevo sempre odiato essere giudicata e "catalogata" dagli altri attraverso schemi prefissati; evidentemente, però, neanch'io ero poi così indenne a questo tipo di generalizzazioni.
Tutto ciò per dire che forse si dovrebbe provare ad essere un po' più aperti e curiosi verso le idee e i comportamenti altrui e a rispettare una gamma di reazioni, atteggiamenti e modi di vedere le cose un po' più vasta di quella che che ci prefiguriamo di solito, anche perchè, come ho sentito dire ieri al mitico, insuperabile e meraviglioso Ian mcEwan "la mancanza di immaginazione è la violenza peggiore" perchè provoca l'intolleranza.
Baci e abbracci diffusi,
Benni "la maestrina-rotellina"

sabato, novembre 10, 2007

questa terra senza misura che confonde il diritto con il favore...

Francesco De Gregori
Adelante! Adelante! (1992...)

Passa correndo lungo la statale
un autotreno carico di sale.
Adelante! Adelante!
C'è un uomo al volante,
ha due occhi che sembra un diavolo!
Adelante! Adelante!
È in arrivo, è distante,
alla fine di questo tavolo.

Di questo cavolo di pianura,
di questa terra senza misura,
che già confonde la notte e il giorno,
e la partenza con il ritorno,
e la ricchezza con il rumore,
ed il diritto con il favore,
e l'innocente col criminale,
ed il diritto col carnevale.

Passa correndo lungo la statale
un autotreno carico di sale.
Da Torino a Palermo,
dal cielo all'inferno,
dall'Olimpico al Quirinale.
Da Torino a Palermo,
dal futuro al moderno,
dalle fabbriche alle lampare.

In questa terra senza più fiumi,
in questa terra con molti fumi
Tra questa gente senza più cuore,
e questi soldi che non hanno odore,
e queste strade senza più legge,
e queste stalle senza più gregge,
senza più padri da ricordare,
e senza figli da rispettare.

Passa correndo lungo la statale
un autotreno carico di sale.
Adelante! Adelante!
C'è un uomo al volante,
c'è un ombra sulla pianura.
Adelante! Adelante!
Il destino è distante,
alla fine dell'avventura.

Che si nasconde in un polverone,
nell'orizzonte di un acquazzone,
e nei vapori della benzina,
diventa musica nella mattina,
e meraviglie sudamericane,
e companatico senza pane,
arcobaleno sotto le scale,
e paradiso nel temporale.

Passa correndo lungo la statale
un autotreno carico di sale...

Ma quest'uomo quante ne sa???