domenica, luglio 08, 2007

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La domenica si andava tutti al mercato di Wazemmes, il chiassoso, colorato, scalcagnato mercato di Wazemmes...

Sono a Milano da due settimane, ma mi sembra trascorso molto più tempo: mi sono completamente ri-immersa nella vita meneghina sin dal primo giorno.
In biblioteca all'uni, nelle pause qualche discussione animata su acido politico, i miei genitori, le vecchie amiche di sempre che vogliono ogni dettaglio sulla mia vita sentimentale degli ultimi mesi, il traffico, l'aria che puzza, la mia bici, il mio giardino, il mio letto da principessa sul pisello, la gente curata sempre e comunque, nel bene e nel male, nell'elegante e nel volgare, le griffes dovunque, la spocchia e l'intolleranza dei milanesi, la pizza, il caffè buono...insomma, tutto è lì, dove l'avevo lasciato.

Tutti mi chiedono se tornare alla vita reale sia difficile, come se per sei mesi avessi vissuto in un mondo parallelo o ancor peggio in un sogno. il problema sta proprio qui: non era un sogno, ma solo una dei mille milioni di volti che poteva assumere la mia vita da gennaio a giugno 2007. Un volto stupendo direi, ricco di emozioni, di risate e di scoperte; luminoso e solare come sono io e come lo volevo. Un volto al cento per cento REALE.

Ora che è finito tutto, mi restano tante cose, ma non ancora la nostalgia impietosa che ti fa rimpiangere ogni attimo vissuto lì, che ti fa vedere le cose con quell'effetto sfumato seppia (anche un po' kitch direi, tipo fotografo da matrimonio tamarro) e ti fa venire il magone ogni venti secondi. Sono tranquilla, amo i miei amici e la mia famiglia, mi diverto, rido, mi appassiono, discuto e studio come sempre. Certo, Milano proprio non la digerisco neanche con l'alcaselzer (si scrive così?!?) e ne noto i difetti all'ennesima potenza, ma d'altro canto io qui non mi sono mai sentita veramente a casa, neanche a 7/8 anni e in più il mio obiettivo non è restare...quindi, no problem.

Adesso c'è da costruire un futuro i cui controni sono davvero sfocati, non so perchè mi viene in mente quel quadro di Dalì con tutti gli orologi sciolti tipo camembert...chissà che significato nascosto stanno scavando nel mio cervello...meglio non chiederselo probabilmente.

De toute façon, Lille est desormais une partie de moi; les visages, les rues, cette langue magnifique, ma maison et mes colocs trop fous, 16 Rue lepelletier, le gay-pride, la musique française, les photos, les fetes, wazemmes, les rues pietonnes, l'IEP, les allemands qui dansent...tout et n'importe quoi, vraiment. J'oublierai jamais ce que j'ai vecu là bas, je reviendrai à Lille où l'imaginaire se rencontre vraiment avec la realité.

Bisous et calins diffusés à tout le monde!
Benni